Un ensemble strumentale composto da batteria, basso tuba e trombone che si chiama Ridiculous Trio è già di suo fonte di curiosità . Se poi pubblica un disco con solo cover degli Stooges la curiosità può diventare morbosa... ed eccomi qua con il suddetto CD in mano che tento di mettere in piedi questa recensione. L`idea di grandi stravolgimenti va subito bandita, chè ad eccezione dell`assenza della voce i brani sono riproposti in modo fedele ed essenziale, con un autentico rispetto nei confronti delle versioni originali, fin quasi ad un relativa e maniacale meticolosità nei confronti dei minutaggi. Sicuramente, vista la formula strumentale dell`ensemble, sarebbe stato molto più facile stravolgere e invece, di fronte al dilemma sulla veste da dare a queste reinterpretazioni, il Ridiculous Trio ha scelto l`opzione più difficile, quella di mantenersi conforme agli originali. Un punto a favore.
In poco più di mezz`ora viene data un`immagine completa e soddisfacente del gruppo di Detroit: quattro brani dal primo album incluso quello anomalo perchè pesantemente influenzato dalla presenza del produttore John Cale (No Fun, I Wanna Be Your Dog, Not Right e We Will Fall); due dal secondo (Down On The Street e Dirt); uno dal periodo di “Raw Power” (Scene Of The Crime / Death Trip); infine un breve frammento firmato da Ron Asheton e proveniente da un live del 1973 uscito su Bomp (She Creatures Of The Hollywood Hills). Se una cosa si può dire è che viene tirata fuori l`anima nera, che più `nera` non si può, del groppo guidato da Iggy Pop. Due punti a favore.
Mike Hagedorn, trombonista, leader del trio, gestore dell`etichetta domestica 4boxs Recorded Entertainment e ideatore di “Plays The Stooges”, non è un musicista di primo pelo e vanta numerose collaborazioni negli ambienti avant-rock e avant-jazz di Chicago (ha suonato, tra gli altri, con Cheer-Accident, No Doctors, Ken Vandermark, Weasel Walter, Steve Albini...). Tre punti a favore.
“Plays The Stooges” è un disco è bello e divertente. Quattro punti a favore (e penso che bastino).
“The Driver” è il primo album di solo trombone inciso da Hagedorn ed un tragico evento ha fatto in modo che diventasse estremamente importante per il suo autore. Il brano portante del CD, più di mezz`ora di durata, è quello che lo intitola ed è stato scritto e prodotto da Rufus Stennis Brown, un musicista molto amico del trombonista che è tragicamente scomparso all`inizio di quest`anno a soli 33 anni. Il brano, costituito da un lavoro di taglia e incolla effettuato intorno ad una singola ed estesa improvvisazione, si snoda attraverso una serie di incredibili intrecci creando la falsa impressione di essere suonato da più strumentisti in contemporanea. Gli altri tre brani che, sommati, durano circa un terzo di The Driver mantengono comunque alto l`interesse d`ascolto. Sarabande (una metafora) è un dialogo fra la voce televisiva di Bill O`Reilly e Hagedorn che ripropone la prima Suite per violoncello di Bach. Le grottesche figure di Tickle indulgono, secondo l`autore stesso, su fantasie death metal. Feelers è una splendida marcia funebre (e se in questo non c'è presentimento!) con sovrapposizione di partitura ritmica e melodica interamente create, in tempi diversi, dalla voce adenoidale del singolare strumento a fiato. Un disco meno divertente dell`altro ma altrettanto interessante. Il doppio acquisto è consigliato.
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