Joel Orchestra è una formazione aperta di
Torino; vecchi compagni di avventura dei Franti realizzano ora, con questo "Yggia Vilyggia", il loro primo
cd dopo oltre vent'anni di cammino.
A giudicare da quel che possiamo sentire deve essere
stato un lungo viaggio quello intrapreso dalla Joel
Orchestra, un viaggio che sembra esser stato mosso da
una sete di ricerca costante, di confronto aperto a
tutto campo con altre culture.
Lo standard talvolta algido dell'improvvisazione che
si apre al calore di espressioni popolari; energia ed
armonia.
Deliziosi non luoghi fatti di vento ed acqua come
nelle preziose e dimenticate miniature del duo
Musci/Venosta.
Piace e colpisce l'atmosfera generale d'intensa
serenità che si respira lungo le sette tracce, una
serenità che però non è da confondere con un
atteggiamento poco attento e superficiale; anzi!
Di freackerie gratuite sparse in questo disco ve ne
sono ben poche, è un percorso complesso quello
intrapreso dalla Joel Orchestra che si basa
sull'emozionalità intensa che certe cangianti
soluzioni riescono a trasmettere e la continua
rielaborazione a cui certi materiali etnici vengono
sottoposti.
Nasce in questa maniera un flusso sonoro ipnotico che
mescola abilmente voci e ddjeridoo, kalimbe e teste di
morto; suoni ambientali e tabla in un affresco panico
realmente affascinante e vitale.
Quando nell'incantevole Opopoi si materializza la
linea melodica il pensiero corre veloce alle più
riuscite pagine di Jorge Reyes ma s'insinua nel
tessuto sonoro anche una leggera perturbazione che
sembra realmente figlia diretta di certe pagine più
spirituali dei Franti; sublime.
"Yggia Vilyggia" è luogo prezioso in cui perdersi.
|