Per la prima volta mi trovo a dover parlare di un disco non contemporaneo, di un cd che tale non era al momento del suo concepimento, di un `allora` LP che dopo trent`anni ha ritrovato vita nel nuovo formato digitale. Dopo essere stato considerato una rarità discografica e, allo stesso tempo, uno dei cento più importanti album inglesi di tutti i tempi, “Just An Other Diamond Day” di Vashti Bunyan diventa uno dei maggiori casi discografici degli ultimi anni; ricordando artisti e personaggi cari all`entourage londinese della fine degli anni `60 e fornendo spunti e collegamenti con il più recente New Folk Movement.
Vashti Bunyan è sicuramente un personaggio curioso e insolito, lontano dal canonico jet set discografico e forse, anche per questo, così intrigante: la cantautrice è notata, alla fine degli anni `60, da Andrew Oldham (storico manager dei Rolling Stones), ma, sebbene una brillante carriera discografica sembrasse profilarsi già dal 1966, Vashti decide di mollare tutto e scappare da Londra in cerca del posto idillicamente perfetto dove ricominciare una vita migliore, più sincera, con il compagno e il figlio appena nato. Sono questi gli anni in cui molti hippies (tra i quali numerosi artisti e musicisti come Donovan, che aiuterà Vashti nel suo viaggio) lasciano le città con in testa il progetto di fondare comunità agresti, dove la magnificenza della natura e del paesaggio rappresenti `il` valore, l`essenza della vita stessa da opporre a quello, ormai comune, del `dio` denaro. Una semplice parentesi biografica? Beh, in realtà si tratta di qualcosa di più: l`intero album qui in discussione è stato scritto e composto durante questo anno e mezzo di viaggio, un pellegrinaggio lungo la costa occidentale scozzese in direzione... dell`isola di Skye. I temi, le persone, i posti, le atmosfere, tutto all`interno di questo disco parlano di questo `journey`, delle speranze, delle emozioni e delle aspettative che lo hanno accompagnato... insomma, una sorta di diario di bordo!
Fragile, leggero, soffice e morbido come un letto di piume: ecco “Just An Other Diamond Day”... La voce di Vashti Bunyan suona come un carillon, una raccolta di fiabe o, meglio, la voce di una madre che racconta ai propri cuccioli storie di fate, elfi, animali, stelle e sogni, con la dolcezza e la delicatezza che solo una figura materna sa trasmettere. Sì, forse il disco pecca un po` di quest`atmosfera fanciullesca e astratta, ma è probabilmente la stessa che consente di poterne parlare ancor oggi con così tanto affetto e trasporto. Non per niente è un disco importante e curato, con una produzione seguita in tutto e per tutto da Joe Boyd e gli arrangiamenti degli archi affidati a Robert Kirby (già produttore, il primo, e arrangiatore, il secondo, di tutti i dischi di Nick Drake), e con la partecipazione di Robin Williamson (Incredible String Band), Dave Swarbrick e Simon Nicol (Fiarport Convention). Un mix di cantautorato folk, dolci parole e grandi sogni accompagnati da un gran lavoro di arrangiamento, varietà strumentale e ricerca sonora. Qui il tema melodico di Twinkle Twinkle Little Star, caro a tutti i bambini anglosassoni, diviene Lily Pond e là Timothy Grub, con la sua fantastica melodia e l`adorabile ritornello, racconta magistralmente il sogno di vivere in armonia con una natura che si scontra con la durezza degli schemi della società moderna. Insolitamente l`ascoltatore viene affascinato dal racconto di vallate, fiumi, arcobaleni e laghi, che sorprendono l`artista durante il `viaggio` e n`accompagnano la crescita spirituale.
Certo non siamo abituati a sentire cantare di queste piccole cose, molto più spesso si pensa di dover essere stupiti da chissà quali nuovi temi, da chissà quali nuove ricercatezze sonore, quando invece proprio le cose più semplici, i sentimenti più naturali e sinceri bastano a rendere un disco come questo qualcosa di memorabile e senza tempo.
Sicuramente oggi è il momento più adatto per ridare la giusta luce a “Just An Other Diamond Day”, vista la sua naturale vicinanza e similarità con tutto ciò che le nuove correnti del cantautorato folk stanno proponendo( o meglio, riproponendo!). Facile accomunare Vashti Bunyan al giovane Devendra Banhart (e non solo per un`insolita somiglianza dei nomi!), tanto da trovare, nei rispettivi album, ringraziamenti dell`uno all`altra, e anche una collaborazione... tanto da riportare sulla scena questa cantautrice che, dopo una sola esperienza discografica, aveva deciso di ritirarsi e allontanarsi da un mondo che non le sembrava appartenere... che questo connubio ci permetta di assaporare un nuovo “Just An Other Diamond Day”? Beh, noi speriamo di sì!
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