Autore disco: |
Ateleia |
Etichetta: |
Antiopic (USA) |
Link: |
www.antiopic.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2004 |
Titoli: |
1) On All Fours 2) Every Word Spoken Is A Word That Remains 3) Production And Poverty 4) Adaj 5) F.T.P. 6) Desero 7) To Sell The Ground From Unborn Feet Forever... 8) Tested By Habit, Strata And Brine |
Durata: |
39:59 |
Con: |
James Elliott, Sadek Bazaraa, Bryan Collins, David Daniell, Jon Philpot, Need Windham |
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new york calling |
x e. g. (no ©) |
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Ateleia è James Elliott. James Elliott fa parte del team di Antiopic. Dell`etichetta newyorchese abbiamo parlato per la prima volta circa un anno fa recensendo la splendida compilation in mp3 “Allegorical Power Series”. Accanto a quella pietra miliare ci sono una serie di ottime pubblicazioni su supporto materiale, fra le quali segnalo quelle di Dion Workman (altra perla), David Daniell (yes!, il chitarrista dei San Augustin) e Ultra-Red. Chi ha assistito all`incontro pomeridiano del 28 Gennaio, durante la seconda giornata di “Netmage 05”, avrà chiaro il forte orientamento politico-sociale che anima l`etichetta (e la collaborazione con gli Ultra-Red, di per se, non lasciava già dubbi) e, nell`ottima esposizione di un Workman in differita, si sarà chiarito abbastanza le idee sulla posizione del team di Antiopic a proposito di copyright (*) e `libera circolazione delle idee`. Chi ha poi assistito al concerto tenuto da Elliott al Cassero, a notte inoltrata, ricorderà certamente le staffilate di suono che arrivavano come ganci dal suo portatile, saturando l`ambiente fino all`inverosimile, e di fronte alle quali l`unica difesa consisteva nell`abbassare la guardia e lasciarsi colpire dal forte impatto che ne derivava.
“Swimming Against The Moments” è il primo lavoro sulla lunga distanza di Elliott, e il musicista sembra avere ben chiara la distinzione fra disco e concerto. L`impatto live si stempera in tessiture che, pur utilizzando gli stessi materiali e le stesse tecniche, mostrano insospettabili aperture melodico-armoniche, fino ad approdare in dolenti `cantate` sospese a mezz`aria come Production And Poverty, F.T.P., Desero e To Sell The Ground From Unborn Feet Forever.... A proposito di materiali utilizzati c`è da dire che appaiono piuttosto eterogenei, seppure ricondotti da Elliott ad una congruenza ineccepibile, e vanno dalle chitarre di Bazaraa e Daniell al piano elettrico di Windham, attraverso sintetizzatori, batterie elettroniche e campioni di vario tipo. Facile, ma non stupido, osservare come sia implicita l`esperienza del minimalismo storico (più quello newyorchese che quello facente stanza in California), però digerita e rapportata ad un presente che è insieme passato e futuro, con un utilizzo di timbriche che in alcuni momenti fanno pensare ad antiche strumentazioni di tipo etnico, magari uno scacciapensieri, un harmonium o una zampoña andina.
Mi pare che, a ben guardare, c`è un po` tutto quanto la contemporaneità mette a disposizione del musicista, che convoglia l'insieme in coinvolgenti sinfonie elettro-elettroniche ebbre di vita. E di speranza.
(*) E` un tema, quello del copyright, che resta di grande attualità e sul quale ritornerò, per quanto concerne la musica, in occasione del prossimo reportage sul 2004.
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