Le così dette 'melodie cristalline' sono un concetto difficile da rappresentare, ma di cui si fa un abuso in recensioni di dischi pop e rock. E` però altrettanto difficoltoso non esprimersi in questi termini trattando "Redistance" degli italiani La Foto di Zeno, riuscitissimo amalgama di chitarre acustiche, elettriche, voce, basso, batteria e pianoforte. Quest'ultimo elemento, in particolare, colpisce per la facilità che ha di tessere - appunto - melodie tra il malinconico e il sognante, che ben si sposano con tutto il resto, in particolari in pezzi come The Ways of Sorrow, potenziale singolo di successo se solo vivessimo in un mondo che non è quello del festival di Sanremo. Se di difetti vogliamo proprio trovarne a questo disco dovremo cercarli forse in un'adesione (magari inconscia) a modelli in stile Kings of Convenience, soprattutto per la voce - peraltro comunque piacevolissima - molto morbida e vellutata, e in una produzione che lascia i suoni molto asciutti e nel complesso un suono poco avvolgente.
Ma appunto: parliamo di peccati del tutto veniali. La Foto di Zeno ha delle ottime carte da giocare, e questo è un disco che mi fa ringraziare di continuare a scrivere recensioni, perchè è arrivato come una sorpresa, dal nulla, e mi ha regalato infiniti splendidi momenti di ascolto.
Non parliamo poi della copertina, ad opera di Robert Rebotti, alias Gara di Nervi, già visto all'opera con i Marnero, che da sola varrebbe l'acquisto del disco. Tra le migliori grafiche degli ultimi anni.
|