Un suono distorto e dissonante - a memoria di un percorso che da Hendrix arriva ad Haino Keiji passando per stazioni sante quali Bailey e Metheny (Cosa avete da ridere? Conoscete “Zero Tolerance For Silence”?) - e pure creativo e fantasioso, questo è quanto esce dalla sei corde di Ninni Morgia. Da tale bolgia sonora, riuscite ad immaginarla, si sprigiona comunque anche tanto lirismo, in sintonia con tutta la tradizione sopra citata e, in generale, con la tradizione della chitarra elettrica.
Marcello Magliocchi risponde con un set percussivo estremamente ricco di sfumature, ritmo e grinta. Quasi fosse un Milford Graves ammalatosi di benninkite o lovensite.
Al passo con la miglior tradizione della formula impro in duo, non so con precisione ma credo sia stata inaugurata nel 1967 da "Interstellar Space" di John Coltrane e Rashied Ali, Ninni e Marcello concertano, litigano e dialogano in continui interscambi.
Come dire che questa seconda stagione della loro unione, a seguire "Sound Gates" del 2011, li trova ancora perfettamente in sintonia.
Un plauso ai tipi della Solar Ipse, che ancor prima d`essere marchio discografico era fanzine piuttosto ben curata, i quali non mancano certo dell`esperienza necessaria a confezionare un bijou di ricercata ed armoniosa eleganza... e in bocca al lupo per un proseguimento su questi livelli.
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