Stefania Pedretti - Allun, OvO, Alos?... - rappresenta, al pari di Xavier Iriondo, una delle punte di diamante della musica sperimentale di frontiera italiana ed “Era”, uscito in vinile nell'ultralimitato numero di 300 copie, è ad oggi la sua opera migliore, preceduta comunque da due eccellenti biglietti da visita quali “Ricordi indelebili” e “Ricamatrici”. I tre brani del disco sono nenie sciamaniche malate, dove pesanti e oscuri bordoni di chitarra incontrano suoni di campanacci oppure di violoncello e violino, a tessere lo sfondo per una voce di incredibile potenza, sia fisica sia immaginifica, e dove il tutto finisce per assumere una forte connotazione keijiana. Quella di ?Alos (e di Iriondo) è sicuramente una sperimentazione dal forte ascendente pop(olare) e dall`altrettanto forte potere coinvolgente, e in entrambi ci leggo la realtà di un`umanità profondamente disumana (alla faccia di un umanesimo che da oltre seicento anni pretende di illuminare il mondo!!!).
Qui, come in “Irrintzi” o nello splendido esordio dei Sycamore Age, si dimostra la grande crescita esponenziale della musica indipendente italiana, che partorisce nell`arco di pochi mesi (ma “Era” era stato pubblicato prima di “Irrintzi”) un`altra pietra d`angolo in grado di dettare legge e fungere da esempio per i tempi a venire.
A fare da cemento fra due oggetti di culto come “Era” e “Irrintzi”, oltre alla presenza della Pedretti in un brano del secondo, c'è uno splendido singolo, uscito in precedenza, nel quale i due incrociano le armi. Ancora tre brani che la presenza di Iriondo sposta in un entroterra più rock, inteso comunque in senso lato, e dove la voce si fa più prossima ad un recitato e/o cantato tradizionalmente inteso. Il risultato finale è tuttavia sempre altrettanto intenso.
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