La dedica dell'ultimo brano, al pittore Giuseppe Arcimboldi vissuto nel 1500 e passato alla storia come uno dei primi assemblatori, mette il punto finale su un disco che fa dell'assemblaggio la sua ragione d'esistere.
D'altronde la dedica del terzo brano a Corrado Costa, poeta del Gruppo 63, sembra voler gettare un ponte con il Bosetti primordiale, che nell`ambito del progetto Melgùn aveva già utilizzato alcuni suoi testi. Eppure, seppur arrovellandomi il cervello, mi resta difficile trovare una continuità fra questo disco e l'improvvisatore radicale di nostra vecchia conoscenza. Quello che appare in “Der Italienische Manierismus” è un Bosetti `compositore` e finanche pop. Certo, a ben guardare, c`erano state delle avvisaglie.
Ma è come con la guerra: oggi senti sparare un colpo di fucile a occidente, domani un altro a oriente, la settimana successiva qualche altro a meridione. Poi ti svegli un bel giorno e, senza capire come può essere successo, ti risvegli sotto il fuoco dei bombardamenti aerei. In realtà , a ben guardare, c`erano state delle avvisaglie ma non gli avevi dato nessuna importanza.
Pop, certo, ma non il pop di uno qualsiasi dei prossimi belligeranti sanremesi, bensì un qualcosa che potrebbe ben essere una costola sperimentale di progetti come Foehn o Goldfrapp.
Assemblaggio di materiali eterogenei, manipolazione di suoni e soprattutto di voci, ironia e paradossi, Burroughs e cultura di-ge-i-stica. Ma anche molte altre influenze, carpite soprattutto al sapere contemporaneo, come in Rosso dove si avverte la longa manus del noise elettronico giapponese.
Trovo che il clou del disco è rappresentato da Dolce Stilnox, un brano in cui su una base sonora - che potrebbe essere suonata su basso stick, lamellofono, tastiera e poco altro - ricorrono gerghi, parole e frasi di uso banalmente comune. E` qui che Bosetti ottiene un ritmo e una tensione magistrali e, se solo nel mondo ci fosse un po` di giustizia, il brano dovrebbe volare in testa alla classifica dei più ascoltati per i prossimi dodici mesi.
Un bell`impatto proviene comunque anche dall`ascolto di buona parte degli altri brani. In Fantozzi Vs. Dalla le voci dei due personaggi, quelle più sguaiate degli esordi, sono messe non tanto in contrapposizione quanto in competizione. In Sigmud Holmes And Sherlock Freud (Madrigale) il gioco è rimesso alla dilatazione e all`alterazione dei suoni dovuta al riverbero. In Our Positions (For Corrado Costa) la stessa frase è ripetuta ad ibidem, alla maniera già sperimentata in “Exposé”, creando quell`effetto ipnotico tipico del minimalismo. In Proust accelerazioni e decelerazioni producono effetti bucolici, e la leggerezza dell`accompagnamento simil-ambient, accentua questa sostanzialità pastorale. It Is An Island (For Giuseppe Arcimboldi), infine, ripropone il recitativo che tanto aveva entusiasmato nei recenti dischi pubblicati a nome Trophies.
Quest`uomo è pieno di idee e, ciò che più conta, si tratta sempre di ottime idee.
|