Deve esserci stato qualche problema fra Leo Smith e la mbira se, a un certo punto, il musicista afroamericano ha smesso di utilizzarla e se nelle ristampe dei vecchi dischi ha eliminato proprio quei brani in cui la suonava.
Forse a un certo punto ha pensato di non essere idoneo al suo utilizzo. D`altra parte il nome dato a questo progetto dimostra quanto il trombettista sia affezionato allo strumento africano, e nelle note di copertina sta scritto che «Mbira i san ensemble dedicated to realizing a spiritual music within the American creative music idiom, where the music has the same ensemble conception and philosophical / mystical nature as in the Shona music tradition of Zimbabwe, but with a creative contextualization defined in the contemporary music language».
Una tromba dalle timbriche davisiane, le cineserie portate dal liuto della Xiao-Fen, gli africanismi del drumming di Pheeroan akLaff e quella libertà strutturale che fu del primo Ornette Coleman. Sono questi gli elementi che vanno a costituire “Dark Lady Of The Sonnets”, un disco straordinario con il quale Leo Smith ripercorre e aggiorna i sentieri tracciati negli anni Settanta da quella meteora utopica che fu il collettivo New Dalta Ahkri.
Acquisto imprescindibile.
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