Demistificare il fascino dell`astronautica?
Questo sembra l`obiettivo delle tre protagoniste, che riportano a terra quella figura, l`astronauta, altrimenti priva di gravità .
Un lungo periodo di ricerca presso la NASA, che ha coinvolto astronauti e tecnici spaziali, ha privato la vita nello spazio dell`aura di mistero, e di magia, che la circonda. La vita nello spazio è eguale al routiniero scorrere del tempo in un ufficio, con gli unici sprazzi di poesia che possono arrivare da uno spicchio di Terra visto da un oblò (questa cosa mi ricorda il Robinson Crusoe di Paolo Villaggio, che si è costruito una sala cinematografica con lo schermo, trasparente, che dà sul mare... quando, dopo alcune visioni, chiede ad un ipotetico vicino che film danno, udita la risposta, commenta Che barba, sempre il mare!).
La vita nello spazio, quindi, è carente per quanto riguarda un elemento indispensabile alla vita qual è la suggestione poetica, un elemento, invero, che non è mai venuto meno ai grandi esploratori dei `bei tempi andati`.
Le tre protagoniste cercano di dare una risposta, a questo lungo periodo d`indagine, con un sito internet e con un picture disk che è, un po`, colonna sonora, e, un po`, ritratto musicale di quella che è stata la marcia verso la conquista dello spazio.
Riferimenti storici, tipo Laika`s Bone (con qualche svarione: l`asteroide che prende il nome di Monica Grady è il 4731 e non il 4371!), e montaggi concreti, di elementi rubati a quello che è il quotidiano delle missioni spaziali, contribuiscono, in equa mistura, a dare forma ad una musica che, visto l`argomento trattato, è fin troppo terrigna. Almeno lo è nella misura in cui l`intervento delle musiciste riconduce il tutto ad un`ottica `umana` e, pensandoci bene, anche l`avventura nello spazio è una trasposizione della Terra di là dalla Terra stessa, più che un`acquisizione di elementi alieni.
Va così a finire che proprio gli aspetti più `normali` del disco - come la chitarra slide in Scary Landlady - si vestono di un`indole aliena.
“Weightless Animals”, quindi, è un disco bello da vedere, curioso da ascoltare, problematico da comprendere, scomodo da accettare, originale da concepire e (quasi) indispensabile da avere.
Sempre che, a fianco di un `normale` lettore per CD, siate provvisti di quell`elemento alieno... come si chiama... giradischi?
E, giacchè ci siamo, come funzionerà un giradischi in assenza di gravità ?
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