Questo disco inizia laddove terminava “I Am Sitting In A Room” di Alvin Lucier, così è per l`ambientazione affatto simile, così è per la tecnica utilizzata e così è per quello che è l`esito finale fissato su supporto.
La tecnica: laddove il brano di Lucier era una creazione per voce e nastro magnetico, quello di Hudak scorre di un passo in avanti ed è plasmato per voce e computer. Ad essere pignoli nulla è mutato da quando, l`avrete fatto anche voi da bambini, l`uomo riversava la sua voce all`interno di qualche cavità per udirla uscire mutata. Ovvero: sono cambiati i mezzi ma non le intenzioni.
L`esito: Lucier partiva dalla voce, e dalla parola, per giungere, attraverso una serie di permutazioni, al suono puro, Hudak si muove fin dall`inizio in una contesto di suono puro. Il suo brano non è un processo che segue, passo dopo passo, la mutazione, ma è un elemento ex novo che, nella sua essenza, prende atto di un cambiamento già avvenuto.
L`ambientazione: i pochi metri cubi di una stanza, uno spazio chiuso dal quale lo sguardo, almeno nel caso di Hudak, corre verso ampi spazi. La scena si svolge in un giorno di luminosità particolarmente accesa, le parole sgorgano come fiocchi di neve dalla bocca e la mano è pronta ad azionare i meccanismi idonei a fissarle, prima che esse si sciolgano in inutili macchie di molecole.
John Hudak, dalla sua stanza, commenta la vista del cielo e la sua voce, registrata, è poi assoggettata ad un lavoro di permutazione che si rinnova, nel suo computer, per oltre venti passaggi, fino al raggiungimento di questa tessitura afona.
E` una trama dalle linee sottili che fa pensare al fischio del vento, quando entra nei vicoli, nelle grotte, dentro ai camini, nelle strutture metalliche, nel legno, nei relitti dell`anima, e si rinnova in sibili sempre più gracili, o nel pianto stesso delle superfici che schiaffeggia.
Inizialmente, nel 2003, “Room With Sky” venne pubblicato nell`etichetta personale di Hudak, la Chaba Recordings, come CD-R limitato a 50 copie. Ad un anno di distanza, forte dell`opera di rimasterizzazione effettuata da Stephan Mathieu, esce questa nuova edizione per l`etichetta giapponese Speek. E` il John Hudak che più affascina, quello lontano dai suoni chiassosi, quello delle linee soffuse, delle trame ridotte all`osso, quello che plasma i timbri come fossero velluto, quello che sa portare il suono alla sua dissoluzione per poi rigenerarlo, in una successione che volge all`infinito.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle....
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