Ad aprire il 2004 arrivano due dischi molto attesi, innanzitutto perchè sono pubblicati da un’etichetta, la Wallace Records, che, da anni, sta mantenendo un livello qualitativo sempre sopra la media (senza considerare l’eccellente lavoro grafico e di art-work che contiene ogni uscita dell’etichetta, vera manna per gli appassionati); in secondo luogo, per i personaggi coinvolti che a più di un ascoltatore faranno drizzare sicuramente le antenne. Aspettavamo l’esordio dei Rosolina Mar dopo che gli stessi avevano inaugurato egregiamente l’ottima megacompilation "P.O. BOX52", pubblicata dalla Wallace nella seconda metà dello scorso anno, che raccoglieva in 6 CD ben 24 promettenti (alcune veramente notevoli) band. C’è anche un altro motivo che ci incuriosiva ovvero la presenza dietro i tamburi di uno dei personaggi più interessanti attualmente in circolazione nella nostra penisola, ovvero quell’ Andrea Belfi, già autore di alcune produzioni soliste di matrice elettronica (trovate la recensione di una sua ultima collaborazione proprio in questa web-zine) nonchè fondatore dell’etichetta Chocolate Guns (all’attivo due dischi della madonna: "ned n°2" esordio solista dello stesso Belfi e "Plateau Phase" dei Kriminal Museum di Zeno de Rossi; due cd da avere assolutamente!). Prodotti dall’indispensabile Fabio Magistrali (anche in Italia abbiamo il nostro Steve Albini), i veronesi Rosolina Mar (l’organico è completato da Bruno Vanessi e Enrico Zambon alle chitarre) danno una lezione di libertà compositiva, inventiva e freschezza esecutiva, all’interno di una struttura rock che fatica a contenere le dinamiche del trio. Il disco si apre con una risata e a questa segue una primavera di suoni, una corsa dentro e fuori i generi, con il rock a farla da padrone ma diluito, sezionato e ibridato. Elaborano l’hardcore nella maniera in cui si faceva nella windy city durante gli anni 90, su tutti i June of 44 (La basetta scolpita nella roccia), non disdegnano le impalcature stoner (ma meglio sarebbe risalire direttamente ai sixties, ascoltare per credere l’ottima Johnson&Jhonson), inseriscono stop&go, ripartenze, ritmiche ora tribali ora danzerecce, cambi di umore (bellissimi i suoni desertici e il crescendo di Zuele), arpeggi esotici (Malpensa social club), soprattutto ci sono aperture molto intelligenti e una precisione da far invidia. Difficile comunque parlare dei pezzi in maniera singola per la tendenza che hanno dimostrato i Rosolina Mar a cambiare le carte in tavola all’interno della stessa traccia, e in ognuna di essa ci sarebbe materiale per sviluppare almeno tre pezzi diversi. Un disco che ci riappacifica con la scuola di Chicago e che consiglio vivamente non solo a chi segue le sorti del rock attuale ma anche ai tanti che lo davano da tempo stretto alle corde. EAReNOW è la seconda uscita per la 'MailSeries' della Wallace, serie che si occupa di pubblicare materiale esclusivamente in CD da 80mm e che segue di svariati mesi la pubblicazione del progetto 2partiMOLLItremolanti, per chi scrive una delle cose più belle ascoltate nell’anno appena trascorso. Filo conduttore di questa serie sembrerebbe la presenza di Xavier Iriondo (attivissimo tra A Short Apnea, Damo Suzuki’s Network, Tasaday, e appunto 2partiMOLLItremolanti, solo per citare le cose più recenti) protagonista di entrambe le uscite (nonchè della terza di prossima pubblicazione), ma in senso più generale va individuato nella ricerca e nella voglia di sperimentare varie soluzioni all’interno del circuito dell’ elettro-acustica. Ad affiancare in questa occasione Xavier Iriondo c’è il DISSOI LOGOI Alberto Morelli. La strumentazione messa loro a disposizione darà forse un’idea più chiara per comprendere i 20 minuti di musica in questione: piano, harmonium, guitars, fender rhodes, melodica, farfisa organ, piffero, sea shells, voci, sanza, gramophone, radio. Gli elementi per un disco memorabile ci sono tutti: c’è il calcolo e l’alea, l’estro e improvvisazione, i silenzi e i crescendo sinfonici, l’uso di nastri pre-registrati e la presa di suoni in diretta, l’elaborazione e il desiderio di sfuggire la seriosità ma soprattutto c’è, a mio parere, l’intento di evitare una mostra sterile di idee, di essere compiuto e di rendere il tutto fruibile e soddisfacente all’ascolto. L’avanguardia-rock dei This Heat e il trattamento sonoro dello Steve Roden di In Be Tween Noise, il gusto per l’antico (la melodia italiana, una costante nei lavori di Iriondo) e uno sguardo attento alle avanguardie, fanno di questo tre pollici un lavoro ancora una volta imperdibile e spero basti a convincervi nel seguire con attenzione la MailSeries della Wallace e a non lasciarvi sfuggire questi gioiellini.
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