La classe è come l`acqua, che anche se in certi momenti dà l`impressione di essere sprofondata, magari a causa di un terreno carsico, prima o poi torna alla superficie. Bastava fare questo piccolo ragionamento per non pensare che l`ex cantante delle Fastilio se l`era data a gambe, abdicando al compito di riscaldare i nostri cuori... e, invece, l`abbiamo pensato. Ma eccola qui, Maggy, pronta a smentirci con un disco che supera anche le più rosee previsioni. Sono sufficienti una manciata di ballate, scarne, a tratti solo chitarra e voce, e cantate in modo confidenziale, eppure intense, di una tale forza che, da un momento all`altro, temi possano bruciare per autocombustione. Accanto ad esse, a queste perle fragili e rare, ci sono alcuni remix che, quanto meno, mostrano come alcuni personaggi, che vediamo solitamente impegnati in tutt`altre cose, siano in grado di cavarsela egregiamente anche al cospetto del formato canzone. Si diceva che tali ballate solo a tratti vengono disegnate da chitarra e voce, `solo a tratti` dacchè ci sono alcune splendide eccezioni:
I Carry Your Heart With Me, che viene delicatamente sporcata dal borbottio, molto ellingtoniano, della tromba di Axel Dörner;
Willow... C'est que j'aime, dove la batteria di Yoshida Tatsuya, inserita dal giapponese su una registrazione che Maggy gli aveva fatto avere, crea una gioiosa atmosfera `festiva`; As Your Nightly Dreams 2, che si liquefa sotto le note del piano elettrico di Chris Abrahams.
Sull`altra sponda danzano i remix, opportuni anche perchè risparmiano al CD un aspetto eccessivamente démodé, ed è utile notare - per capire della considerazione di cui gode Maggy - come siano tutti di `nobile firma`. Colui che, fra tali remixatori, più stravolge la materia originale è il francese Olivier Lamm, e non è un caso se dal titolo del suo intervento scompare totalmente il titolo originale del brano (As Your Nightly Dreams), sostituito da un concetto torrido quale Estimated Population Of Hell Circa 1976, che ben raffigura il trattamento terroristico a cui il brano viene sottoposto. Fra i vari remix la preferenza va all`opera di destrutturazione fatta da Philip Jeck, al dilatato trip-hop di Bernhard Fleischmann e alle meticolose orchestrazioni messe in opera da Fred Frith e Christof Kurzmann.
Un po` Billie Holiday e un po` Françoise Hardy... un po` Beth Gibbons e un po` Chan Marshall... tutti nomi che fanno girare le testa, e allora diciamo che Maggy è soprattutto se stessa, una songwriter che, dopo l`ubriacatura collettiva delle Fastilio, ha finalmente trovato una propria strada da percorrere individualmente. Tanto più lontana dai clamori quanto più vicina alla nostra pelle.
Un`ultima considerazione riguarda il fatto che, un po` come “Be Mine Tonight” di Dean Roberts, questo CD è in buona parte `italiano`, la materia base è stata infatti registrata a Casteldebole con la collaborazione di Roberto Monari e Paolo Angeli.
“To Be An Animal Of Real Flesh” è un disco delizioso, e prezioso, come il biglietto d'auguri scritto da Marika, la nipotina di Maggy. Che altro dire di non superfluo?