Facciamo subito chiarezza, P.G. Six non è un ensemble di sei elementi bensì un one-man band che vive a qualche centinaio di km. da New York e risponde al nome di Pat Gubler.
In questo “The Well Of Memory“, suo secondo lavoro su Amish che esce a tre anni di distanza dal precedente “Parlor Tricks And Porck Favorites“, il nostro si cimenta con chitarre acustiche ed elettriche, banjo, piano, sintetizzatori e field recordings, oltre a suonare la sua amata arpa, mentre qua e la è aiutato dai suoi amici Tower Recordings (di cui egli è fa parte) Helen Rush, alla voce, e Scott Freyer, alle percussioni.
L`album ha il suo humus nel folk tradizionale inglese dei Sixties - in gruppi come Incredibile String Band, Pentangle e Fairport Convention - e il genere in cui potremmo inserirlo per comodità è il chiacchieratissimo `new american free folk`, accanto a gente come Iditarod, Black Forest/Black Sea, Fursaxa, Espers, gli stessi Tower Recordings, nomi che hanno in comune, con lo stesso P.G. Six, un eguale approccio alla materia folk e la stressa voglia di sperimentare, probabilmente accumulata in full immersion nella musica di compositori contemporanei come John Cage, Morton Feldman e Alvin Lucier.
Il lavoro si muove tra brani strumentali e ballate folksy. Fra i primi c`è il brano d`apertura, Well of Memory, Pt. 1, in cui l`arpa suona zen, meditativa e dal suono purissimo, per poi fondersi con le cascate di note della chitarra acustica per venire, infine, sporcata da onde di sintetizzatori. Gli `instrumentals` hanno poi un prosieguo nel gioco per sola arpa della cristallina, e breve, A Little Harp Tune, nella quale lo spirito di Alan Stivell aleggia nell`aria, mentre nella `reprise` Well of Memory Pt. 2 lo strumentista ci regala un a solo d`arpa, trattata a tal punto da sembrare irriconoscibile, portandoci in territori vicini a certa New Age.
L`altra parte dell`album è divisa tra ballate folk acustiche e ballate folk rock. Tra le prime sono da segnalare Come In / The Winter It Is Past, dove l``early american music` degli Appalachi, accarezzata dalle note iniziali del banjo, si sposa con le due voci, di Pat Gubler e Helen Rush, fino a creare una splendida melodia, come pure la successiva ballata `traditional`, con testo di P.G. Six, dove il mixaggio di Tim Barnes ha la facoltà di lasciare senza fiato.
Le restanti `songs` sono composte da pezzi folk rock come Considering the Lateness of the Hour e la robusta Three Stages of a Band. Chiude il lavoro un `masterpiece` come The Weeping Willow, ballatona free psycho folk con le voci di Gubler e della Rush che s`incastrano, alte, sulle note accarezzate del piano, mentre una chitarra velvetiana, sullo sfondo, crea un`atmosfera unica e sognante.
Un album che dura poco più di mezz`ora, un piccolo grande album.
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