La Wallace ritorna alle sonorità noise-rock con l`esordio ufficiale del giovanissimo trio Sedia, già artefici, lo scorso anno, di un interessantissimo mini-cd-r autoprodotto. I Sedia costituiscono un elemento base nella trinità di cui fanno parte i grandi (non la smetterò mai di dirlo) FromHands, progetto impro di Alessandro Calbucci e Mattia Coletti, e Polvere, che lo stesso Coletti condivide con Xavier Iriondo. Per questo esordio i tre marchigiani hanno badato al sodo: eliminate le parti più meditative/sperimentali hanno cacciato fuori i denti e prodotto sei pezzi che suonano come un pugno nello stomaco. Messe da parte le partiture più sfilacciate rimane la grinta e la precisione che abbiamo apprezzato anni fa in gruppi come Shellac e Don Caballero, due nomi buttati lì giusto per dare un`idea, considerata la spiccata personalità che questa band può vantare. Impressionano per la sfrontatezza con cui plasmano la materia sonora e la velocità con cui poi la eseguono; le intenzioni sono evidenti fin dall`inizio con la partenza sparata di Stalker, seguito dall`eccitante rock sincopato di Moholy nagy; i tre ipnotizzano con il math-rock reiterato di Tadao ando, scompongono l`hard core in Mabuse, pressurizzano il post-rock in Kinsky contro volonte`. Giovani, ma con le idee fin troppo chiare; il futuro è loro.
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