Il 2003 è stato un anno ricco di uscite per i due nmperign Bhob Rainey e Greg Kelley, visti impegnati con il loro gruppo madre ma anche in svariati altri progetti. Con questa recensione facciamo il punto della situazione su tre sostanziose pubblicazioni in cui abbiamo visto impegnato il duo: un cd con Günter Müller e due vinili, il primo con un organico allargato a Burkhard Beins e Axel Dorner e un secondo, doppio, in proprio. L`uso del formato diverso è indicativo. Il digitale per sostenere i suoni elettronici di Günter Müller e l`analogico invece per le uscite acustiche. Il vinile ha soprattutto questo pregio e cioè quello di metterli a nudo, di catturarli nella loro essenza più verace e brutale, terrena e primitiva; una musica viscerale. Esploratori del free in senso ampio, vengono inseriti nel filone avant-jazz per via della strumentazione, tromba e sax, ma l`uso non canonico che fanno di essi li porta ad essere di diritto parte degli ambienti sperimentali e di musica concreta. Ne è dimostrazione il cd con Günter Müller, un buon disco caratterizzato dal riduzionismo dei fiati in funzione delle microstrutture elettroniche e che stupisce per il risultato così omogeneo che è spesso difficile attribuire i suoni agli uni o all`altro. Il lavoro è così suddiviso: due tracce in collaborazione e due solo, uno per parte. Rari i silenzi se non quando tocca ai nmperign agire in solo, ottimo il lavoro di Muller sia alle percussioni sia alle prese con gli electronics, in particolare nella traccia in solitudine, in cui rende alla perfezione l`idea di una giornata piovosa. Altrettanto interessante quello dei due nmperign, divisi tra passaggi rilassati ed altri più nervosi, tra fischi e tremiti.
I due lavori pubblicati in Lp, dalla Twisted Village quello con Dorner e Beins e in doppio vinile dalla Siwa quello dei soli Nmperig, sono accomunati, oltre che dal formato, anche da metodo e risultati.
L`ellepì con Beins e Dorner pur presentandosi come il loro lavoro più vicino alla musica concreta, avanguardistico ed impro è paradossalmente anche quello che svela più di tutti i legami con il jazz e con uno dei loro possibili maestri. La prima traccia in quartetto è difatti molto complessa con i 4 musicisti tutti molto presenti e aperti al dialogo. Nel secondo lato, invece, dove i due nmperign operano in completa solitudine, vengono i nodi al pettine e l`influenza di quel geniaccio di Evan Parker maestro di sospensione, allungamento e stridore di note viene rivelata. Per quanto riguarda il doppio vinile, uscito per la Siwa, etichetta che pubblica esclusivamente in questo formato, si nota come i nostri giostrino su soluzioni tendenti a trattenere le istanze jazz che solo alla fine del primo lp vengono finalmente sciolte e quindi dato libero sfogo a questi fraseggi solitamente repressi e abortiti. Il secondo lp, registrato dal vivo alla Wesleyan university (mentre il primo è stato registrato sempre dal vivo a Mhere in Francia) è più rumoroso, non solo soffio e aria ma anche creazioni di suoni e paesaggi, riproduzioni di landscapes e luoghi suburbani, esaltanti quando la distorsione e il rumorismo predominano; forse è eccessivo parlare di muro sonoro ma tant`è. Sembra che ti suonino in mezzo la stanza, che siano con te e dentro di te. Un gioco di ombre e di silenzi in cui lo strumento perde la sua tradizionale funzione pur rimanendo scultore di suono; non più lo strumento ma la sua ombra.
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