Le note editoriali presentano questo eponimo lavoro degli Encomiast come un disco di `dark ambient/drone`, ma forse sarebbe più corretta la definizione dark-fobico, cioè roba perfetta come colonna sonora per film dell`orrore e/o noir. Aesthesia, con una voce che sembra essere Enja in narcosi, è già una rivelazione palese di tutti quei `misteri` che il disco potrebbe nascondere. Trovo positivo l`intento di non rinchiudersi nella `droneria` pura e Azazel, una specie di marcia per il patibolo, è in tal senso un episodio compiutamente riuscito. In T Zero, dopo un inizio aritmico segnato dal volteggiare di flautismi dall`indole levantina, viene ripreso il mood della scansione ripetitiva e minimale. Concupere inizia come una tempesta funestata da risonanze metalliche (come di gong) ma poi si perde in un lungo periodare più propriamente, e solennemente, ambient prima di dissolversi, al venticinquesimo minuto circa, in un intreccio leggermente più dissonante. Substrati di voci da oltretomba riconducono Amnios verso le battute iniziali (ma il mood sonoro è qui improntato ad un improbabile `goticismo-mozartiano`). Purtroppo, a conti fatti, i misteri sono molto più circoscritti di quanto l`iniziale Aesthesia lasciava presupporre. Va detto che non si tratta dell`ultimissima registrazione degli Encomiast, tutt`altro, ma della ristampa del loro primo disco uscito originariamente nel 1999 (probabilmente in edizione CD-R). Non so quale sarebbe stata la mia reazione se lo avessi ascoltato all`epoca, ma oggi devo dire che lo trovo datato e noioso. Ma sono ben consapevole che i numerosi fan del genere lo riterranno comunque di loro gradimento.
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