Secondo album per il progetto di improvvisazione elettronica Ipersensity.
Il duo Stefano Giust (mr. Setola Di Maiale e qualche altro migliaio di cose...) e Daniele Pagliero (Lo Dev Alm, Larsen, Frammenti; Chew-Z Net Label), procede spedito senza intoppi nella sua missione ricognitiva dalle parti di un`elettronica radicale; gelida e dislessica (nonchè ossessiva).
Il progetto, nato nel 2001, orienta la barra del proprio timone, verso un`ipotesi percussiva/digitale striata da filamenti ambient glaciali, occasionalmente intersecati da bizzarre progressioni dal sapore etnico/rituale.
Tutto è all`insegna di un`asciuttezza espressiva ammirevole, Giust si divide fra percussioni elettroniche e laptop; Daniele Pagliero si occupa della strumentazione analogica/digitale e dell`altro laptop.
Il rapporto fra i due si sviluppa nel seguente modo:
Pagliero tramite collegamento midi invia suoni in tempo reale ad otto pads elettronici che Giust suona utilizzando le bacchette.
Le scelte prese all`istante da un musicista si riverberano in tempo reale nel lavoro dell`altro (altezza del suono, timbro, volume, attacco; etc...) generando un flusso costante di informazioni manipolate al momento.
Bizzarro ed intrigante!
Siam dalle parti dicevamo di un`elettronica perlopiù glaciale, una polverizzazione di segnali e frammenti in continua evoluzione dove si possono scorgere similitudini con:
i nervosismi taglienti del primitivo Aphex, il movimento ondulatorio/onirico di Scanner, la reiterazione dannata di Scorn, le osservazioni meditabonde al silicio degli Autechre, gli scricchiolii infiniti e pulsanti di Thomas Brinkmann, i vuoti/pieni dei Pansonic, convulsioni più marcate lontane parenti del vecchio industrial e; un sottile refolo etnico metallizzato (profumo di oriente e di gamelan per intenderci).
Ma sono soltanto indicazioni di massima, il gioco in questione tende ad eludere le facili fascinazioni, i riferimenti si emulsionano uno nell`altro e poi si annullano vicendevolmente.
Questioni di addizioni e sottrazioni.
Una linea orizzontale che si spezza imprevista, più e più volte.
Well Prepared To Say Nothing, Leviathan Rising e Besoffener Pfarrer, sono tre perfetti esempi dello stato dell`arte proposto dai due, implacabili ripetizioni, ellittiche e claustrofobiche, sotterranei umidi ed angusti piuttosto che sudori da club; un gioco di pesanti sollecitazioni neurali piuttosto.
Una visione digitale che scivola inesorabilmente verso il baratro primitivo umano, una serie di paletti conficcati a forza nel terreno e subito dopo rimossi (con egual forza).
Quasi un colloquio rubato, quello cui pare di prestar orecchio.
Autistico e ritorto su se stesso; eppure vivo (combattivo) e stimolante.
Un suono che dimostra un passato e lascia un segno nell`istante del presente.
Poi diviene (in parte) presagio futuro.
Dunque?
Stimolante.
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