L'orrenda macchina atomica del glitch, quella macchina elettro/elettroacusmatica quasi militarizzata per la sua leggendaria mimesi, per la sua densità -rizomatica forse ribadita dal disorientamento in cui i suoni centuplici vanno ad annidarsi, trova una nuova cerbottana progetto Dead Wood, gestito, insieme all'etichetta da Adam Baker, qui forse alla quinta o sesta produzione, sempre in cd-r, sempre in copie limitatissime, sempre però ineccepibile e spaventosamente orgiastico. Il disco, di breve durata, ma di inequiparabile intensità , la stessa che spinge Adam a vedersela da solo, è un viaggio assai infernale e maledetto nella spirale paradigmatica di un field recordings dalle scombussolanti aperture Coh e da una inconsueta forza infiammante che raramente la musica di stampo digitale esprime. Un viaggio pachidermico a metà strada tra le spiraloidi di Robert Smithson e l'anima intercessionistica e decadentista di un blocco d'acciaio sospeso dentro l'astrazione della notte. Non solo uno scherzetto invece il tossicissimo giochetto nichilista di Germlin & thee months: 18 minuti di frammentazioni a gate e conizzazioni per processing di chitarre, voci, tastierine e batterie che sembrano uscite da una take degli Oval in acido che riciclano Ubzub? Anche in questo caso si tratta di glitch, ed anche in questo caso la veste spartana e naif del piccolo cofanetto ha senso altrimenti un lavoro del genere avrebbe trovato uno spazietto tra la marea di stronzate che annidano i siti mp3 e sarebbe morto senza mai nascere. Un dischetto coraggioso, infarcito di novità strutturali anche molto importanti, ma che indipendentemente da queste riesce a farsi amare per la sua inattualità ed il suo caos intelligente.
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