Autore disco: |
Phillp Pietruschka |
Etichetta: |
Cajid Media (AUS) |
Link: |
cajid.com |
Email: |
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Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2007 |
Titoli: |
1) Valeria 2) I Love Coeds 3) Lacuna 4) The Evidence Of Love 5) Hidden Lattitudes Of Ruth And Nontruth |
Durata: |
27:45 |
Con: |
Phillp Pietruschka, David Brown, Anthea Caddy, Tim Catlin, Will Guthrie, Adam Yee, Andrew Barrie, James Cecil, Nat Bates, Arwen Johnson, Sianna Lee, Antonia Sellbach |
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lontano dagli occhi lontano dal cuore |
x e. g. (no ©) |
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Qualche anno fa gli appassionati di musica parlavano dell`Australia quasi fosse un`appendice della Sicilia. Poi, ad un certo punto e misteriosamente, l`Australia è tornata ad occupare quello spazio situato ai nostri antipodi, quasi a smentire l`epoca della grande facilità di comunicazione. Lontana dagli occhi e lontana dal cuore. Cos`è successo? C`è stata un`epidemia che ha colpito tutti i musicisti di quel continente? Oppure questi si sono totalmente rincoglioniti e hanno iniziato a fare musiche ancor meno che interessanti? Nulla di tutto ciò, sono le nostre testoline vuote che si sono distratte dietro a nuovi trend e, tempo un baleno, hanno rimosso quel tempo in cui aspettavamo con trepidazione l`arrivo dell`ultima sfornata di dischi australiani. Lontano dagli occhi lontano dal cuore. Eppure da quelle parti si continua a produrre dell`ottima musica e qualche scheggia vagante riesce ogni tanto a rompere le barriere della distanza ed a depositarsi furtiva nei nostri lettori. Magari ci scappa anche qualche bella recensione ma, dal momento che nessuno importa e distribuisce quei materiali, quanti sono quelli che si sforzano di andare a cercarli? E dove poi? Lontano dagli occhi lontano dal cuore. Prendete questo dischetto diviso in cinque tratti che, nella realtà , vanno a costituire un`unica composizione ciclica. Ma forse è a me che piace leggerli in tal modo, invece di andare dietro a quanto suggerisce il titolo: `cinque lavori itineranti`. Comunque sia, dopo una prima fase di suoni sospesi nella rarefazione c`è una costruzione più tipicamente elettroacustica, alla Roden, e poi un lento crescendo nervoso ed elettrico, quasi fosse un temporale che sta arrivando con il suo carico d`energia, e quando sembra che tutto si sia risolto, che l`uragano ci abbia aggirati diretto in altri lidi, che magari è possibile tornare alle nostre occupazioni ed alle preghiere, seppure convenga farlo con sospetto e circospezione, continuando a stare in campana, ecco il botto liberatorio definitivo, la rock explosion che annulla tutta quella tensione che s`era accumulata, e infine c`è davvero la quiete dopo la tempesta, il ritorno alla normalità , forse all`erotismo della vita minuta... Ma credete che abbia un senso scrivere che si tratta proprio di un bel disco? Eh sì, aveva proprio ragione Sergio Endrigo.
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