Il primo ascolto del disco avviene questa volta in auto, ed infilato il dischetto contenuto nel bel digipack verde, dopo un`interessante intro con archi dalle dissonanze `contemporanee`, vengo avvolto da un composto crescendo di basso-chitarra-batteria nella migliore tradizione post-rock anni '90. Niente di eccezionale, anzi: sono sonorità queste che alla lunga hanno forse dato quel che potevano, e che senza qualche guizzo rischiano di annoiare chiunque non sia un fanatico del genere.
Poi ricevo una telefonata. Abbasso. Arrivo a destinazione, quindi scendo dalla macchina e dimentico disco e tutto quanto.
Quando dopo un paio d'ore monto di nuovo in macchina e d'istinto restituisco all'autoradio il dominio del mio spazio uditivo, vengo avvolto da una seducente, originale e bella miscela di jazz e rock, con chitarre, sax e perfino violoncello che dialogano con una sessione ritmica articolata e potente. Bellissima questa musica, strano che la passino per radio. Poi un barlume di intelligenza sembra riprendere possesso della mia stanca mente, e ricordo che è un CD, un bel CD quello che manda fuori musica dalle casse. Saranno mica quei post-rockers di prima? Quando arrivano anche dei shynth dal sapore krauto e delle gran divagazioni psichedeliche molto seventies penso che i ragazzi qualcosa di speciale ce l'hanno, e proseguo l'ascolto con orecchie attente, per più volte. Ci trovo del jazz, della fantasia, della fantasia, della sana originalità , quanto basta per sovvertire il mio superficiale giudizio iniziale.
Anche la chiusura del disco presenta un 'classico' pezzo in crescendo GodSpeedYouBlackEmperoriano [strano, il correttore automatico mi ha sottolineato questa parola] che lascia in parte il tempo che trova, ma è comunque impreziosito da un interessante violoncello. Resta il fatto che i brani centrali valgono l'acquisto dell'intero album, peraltro pubblicato da Corasong, etichetta legata a Radio Popolare e quindi associata ad un certo messaggio politico. Ottima cosa, in tempi di morte sociale come questi.
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