In occasione di uno dei precedenti lavori a nome Mark Hamn, avevamo scritto su queste pagine “speriamo che capiti tra le mani di qualcuno che possa offrirgli una produzione ricca”, cosa puntualmente avvenuta per questo nuovo lavoro di Francesco Giannìco, approdato sull`americana Porter e per l`occasione fiero del proprio nome e cognome. Che esista davvero o no una `scena pugliese` lascio decidere ai posteri, certo che già parlando di Populous e Pierpaolo Leo (Echoes of the Whales) accennammo ad un ironico kraut-pugl-rock. Assieme all`ormai forse troppo prolifico Fabio Orsi tutti questi nomi, e forse altri che dimentico, costituiscono un fenomenale prodotto da esportazione della musica italiana, ormai affermato anche all`estero. Nella fattispecie, Giannìco è portabandiera di una musica che definire sperimentale è forse fuorviante data la sua intrinseca e nobile facilità di ascolto (caratteristica che trovo abbia spesso in comune con i succitati compari). Dalla sua ha anche notevoli capacità strumentali, tanto che gli inserti di chitarra acustica ed altri strumenti (non sempre identificabili) rendono i brani di "Folkanisation" dei piccoli capolavori melodici, sebbene gli inserti umoristici non manchino mai.
Potrebbe piacere anche ai fan di Steve Roden e di etichette di nicchia come The Land Of, ma certo questo lavoro è apprezzabile anche da palati meno difficili.
Un disco splendido, che promuovo senza remore.
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