Se è vero che nei cicli e nei re-cicli storici tutto torna alterato e non, se da una parte una propensione per il rumore e per la musica ambientale sono ritornate più che mai in voga, è anche vero che il rock e la musica progressiva sono riemerse come un fantasma di cui era difficile liberarsi. Un mio amico di ritorno da un tour americano mi confermava che gli yenkee (e non solo loro) per certe derive prog e kraut ci “vanno seriamente a bagno", ma visto che siamo passati attraverso post-rock e math era quasi prevedibile quest'evoluzione (o involuzione?), se ancora siete dubbiosi ditemi voi dove sarebbero stati gruppi come Tool, Mastodon, Jaga Jazzist, Cerberus Shoal, Zombies, Baroness e altri senza degli ascolti ben piantati nel genere. Dopo questa piccola riflessione andando al fulcro di questo libro, in realtà la definizione di prog e di rock come fa capire lo stesso Majer sono del tutto fittizie, infatti ci troverete tanto Brian Eno come anche una pletora di improvvisatori e sperimentatori da Ivor Cutler ai Faust, dai Guru Guru agli Harry Cow. La prefazione da sola mi sarebbe bastata per voler bene ad Aprile e Majer, e se mai aveste la fortuna di sentire le sparate con l'accento marcatamente lombardo e con l'insolenza sfrontata di Aprile, potreste quasi immaginarvelo come figlio della sua generazione: distratto dai suoi vizi psichedelici perso fra montagne di vinili impegnandosi a contrastare il passare del tempo come meglio poteva, uno spegnersi poco a poco a differenza di gente che, come ricordava un amico a proposito di Pazienza: "...è morta quasi per caso". Un`altra era, tanto che a tratti sembra distante anni luce, tempi in cui finiva che qualcuno telefonasse in radio per farsi portar dei medicinali e capitava che fossero gli stessi conduttori a portare soccorso al malcapitato mettendo una lunghissima versione live di “Out Demons Out” della Edgar Broughton Band per poterlo fare. Analisi a volte buffe, altre volte molto interessanti e frasi da contestualizzare e che danno uno spaccato interessante di ciò che era e di ciò che sarebbe potuto essere, come ad esempio le valutazioni su quanto i paesi apparentemente più aperti come ad esempio il Belgio pagassero uno scarso tributo alla causa della sperimentazione e dell`avanguardia, in merito a questa considerazione risulta ironico pensare come negli anni successivi etichette come la Sub Rosa (mai sufficientemente ricordata) e/o la KK sovvertissero quest`ultima valutazione. Un'analisi della “cosa” mentre sta mutando, un cadavere ancora fresco, non ancora spolpato dagli sciacalli e dalle larve, un cuore di argilla ancora facile alla manipolazione, delle traiettorie ancora imprevedibili, tentativi bislacchi di spostare il suono ed i generi. Oggi alcuni risultati potranno anche sembrare pacchiani, ma all`epoca forse richiedevano molto più coraggio rispetto a quello che ha molta musica sperimentale odierna, infatti spesso a dispetto della pretesa di speri mentalità le traiettorie riproposte sono prevedibili e già battute da altri venti o trent`anni prima. Alcuni esperimenti discutibili che successivamente comunque ebbero effetti molto interessanti basti ricordare come ad esempio la Mahavishnu Orchestra (di cui non sono mai stato un grande estimatore) è andata a segnare pesantemente, per loro stessa ammissione, persino gruppi insospettabili come i Bad Brains. Un modo come un altro di tornare sulle tracce dei nostri progenitori.
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