In una recente conversazione via mail con Mark Beazley, seguita all`acquisto del disco, il musicista inglese mi spiegava con rammarico che l`opzione di pubblicare il disco con la propria Trace Recordings è dovuta essenzialmente al fatto che nessun`altra label pareva essere interessata al lavoro. La cosa sorprende assai, in primis per l`assodata fama raccolta dall`ex Rothko con la sua straordinaria band, e poi perchè il disco in questione è splendido, vario, emozionante, ben suonato e ottimamente registrato. Per nulla promosso, però: in rete di certo non fioccano le recensioni, nè le riviste specializzate paiono averlo preso molto in considerazione, forse proprio perchè Mark, oggi dedito soprattutto alla realizzazione di colonne sonore per il cinema e la TV (è quasi a tempo pieno con History Channel, se capisco bene), non ha curato molto ciò che sta `attorno` al disco (grafiche comprese, ad essere sinceri).
Be`, quel che conta è la musica, come si dice, e quella ha qualità da vendere, su tutte la traccia Three Thirty Five, dove il basso si intreccia dolcissimo e malinconico su sè stesso (diverse le sovra incisioni dello stesso strumento che era anche alla base dei Rothko), avvolto da tastiere sottilissime ed archi. Un brano che vale l`acquisto dell`intero album. Seguono vari momenti molto `da colonna sonora`, in effetti, alternati a tracce dal sapore più pop, spesso in odore di Durutti Column dei tempi migliori, oppure momenti distesissimi a sfiorare l`ambient (ma sempre con il basso).
Che per i prossimi dischi si faccia viva una qualche etichetta, che diamine!
|