Quale potrebbe essere il baricentro di un`Italia che al nord vedesse governare gli imperatori del grind ed al sud imperare l`anarchia dell`impro radicale? Forse la risposta sta in questo rasoio temprato in lega veramente dura dal chitarrista dei novaresi Psychofagist e dal sassofonista dei partenopei A Spirale. Un rasoio tagliente e forgiato nel fuoco. E la stessa copertina sembra voler tagliare nettamente un orizzonte terrestre affilato e notturno (tipo valle del fiume Po) da un cielo rosso e rovente (come bruciato dal fuoco del Vesuvio). Taglia e cuoci, questa è essenzialmente la dicotomia chitarra-sax di “Razoj”
L`incontro fra i due non è avvenuto in una zona rigorosamente equidistante dal nocciolo dei loro regni, bensì più a sud, ed è stato il chitarrista a doversi sobbarcare il chilometraggio maggiore. Nei suoi impasti sembrano trovare rifugio le dissonanze di Bailey come le corde strozzate di Fripp, e un po` tutta la tradizione dei maestri del feedback. Gabola, da parte sua, non s`inceppa mai nelle freddure dei suoni geometrici, e mette in mostra un fraseggio astratto ma caldo e lapilloso, che mi ha fatto pensare molto a Julius Hemphill (d`altronde Napoli, seppur non sia Saint Louis, non è certo una provincia delle alpi svizzere).
Cercate di immaginare il duo Sanna - Ricci che rinuncia agli sketch più dada e ridanciani e sarete prossimi a comprendere il suono di “Razoj”, un disco che ridisegna vantaggiosamente le posizioni nella scacchiera e che fornisce, seppur la partita non sia ancor vinta, validi presupposti per lo scacco matto.
In culo a Bixio, Garibaldi e a tutti i savoiardi di questo mondo! O meglio, non in culo ma girocollo...
e attenti a non tagliarvi i mani e/o a scottarvi le piedi!
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