E` sotto la buona luna di una produzione in grado di esaltare suoni nitidi e ben distinti che si è consumato l'incontro fra GRIM (Gruppo di Ricerca e Improvvisazione Musicale) e Amirani Records.
Se tale pulizia di suono può far pensare alle produzioni ECM, più o meno legittimamente, la realtà parla poi in maniera ben diversa e pulizia di suono non corrisponde affatto a rilassatezza d'atmosfere. Tutt'altro. “Flatime” è un disco di opposti piuttosto crudi e marcati, come quello fra una sezione ritmica, la batteria di Andrea Melani e il contrabbasso e/o chitarra basso di Filippo Pedol, che non è affatto ritmica, bensì funziona per coloriture, da una parte e un'accoppiata di fiati, con la tromba cristallina e davisiana di Mirio Cosottini a fronteggiare il suono più greve, quando non il grugnire suino, del fagotto e del controfagotto di Alessio Pisani, dall`altre. In generale si tratta di un dialogare piuttosto grottesco, come tra esseri alieni provenienti da galassie diverse, che fa pensare ad alcuni storici lavori di Mingus e/o di Braxton. Nella compattazione, e nella riuscita del disco, ha svolto un ruolo sicuramente importante il sound designer Taketo Gohara - Capossela, Banda Osiris, Mauro Pagani, Marta Sui Tubi, Verdena... - che viene riportato come quinto componente dell'ensemble a tutti gli effetti.
Forse non si tratta di un disco particolarmente innovativo ma, come ho scritto altrove, neppure le rondini lo sono. E, de `sti tempi in cui le innovazioni paiono lontane un millennio, basta e avanza.
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