Lo so che sono cronicamente un ritardatario, e magari anche un ritardato, ma questa volta il gap temporale non è colpa mia. Semplicemente il musicista (Paed Conca) mi ha passato questo CD, con preghiera di recensione, solo di recente dopo che avevo assistito ad un concerto nel quale era coinvolto. Ne ho dedotto, dal momento che non sono certo una penna la cui recensione è particolarmente ambita, che si tratta di un disco al quale lui tiene molto e del quale s`è scritto molto poco.
Una breve introduzione per dire di Conca, nome nuovo per le nostra no-zine, un clarinettista e bassita svizzero che collabora spesso anche con musicisti italiani (Fabrizio Spera, Eugenio Sanna, Stefano Giust...) e che divide la sua attività fra la vecchia Europa ed il Libano dove, come lui stesso m`ha spiegato esiste una scena musicale sperimentale piuttosto attiva e valida.
Questo CD è proprio un prodotto dell`esperienza libanese e Praed è un duo condiviso con il contrabbassista e manipolatore elettronico Raed Yassin (il nome deriva dalla somma di Paed e Raed). Il brano portante è una suite divisa in 34 frammenti dal titolo cinematografico, ma non pensate a quelle colonne sonore immaginarie, come se sentono, che cercano di creare un`ambientazione molto descrittiva. Viceversa il montaggio di frammenti campionati e suoni creati è schizofonico e molto surreale, la sequenzialità è mortificata, e il tutto fa pensare agli oramai classici montaggi in stile Mego. Più logiche le sei piste che seguono a questo quarto d`ora di pura libidine, pure sempre attraversate da una chiara vena d`irreale follia, a dimostrazione che i due sanno difendersi più che bene anche quando le tessiture impro smarriscono le loro caratteristiche più concettuali.
“The Muesli Man” è un disco che, per il tipo di collaborazione e per la sua riuscita, travalica i poteri della nostra immaginazione, soprattutto quale accidente che va a inceppare le ruote degli integralismi più accesi ed a rilanciare l`idea della musica come linguaggio universale.
Ps: nel sito di Paed Conca è riportato un nuovo CD del duo intitolato “Made in Japan” e pubblicato dalla libanese Annihaya Records.
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