«Mamma!!!!!!!!!!!! Il progressive!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!». Così avrebbero starnazzato tutti qualche anno fa... ma si sa, cambia il secolo e cambiano i gusti, figuriamoci se a cambiare è il millennio. E` così che un disco come questo, progressive allo stato quasi puro, si beccherà giustamente un sacco e una sporta di ottime recensioni.
Progressive è l`idea di un rock strumentale che miscela jazz e musica classica, tradizione colta e tradizione popolare, est Europa e west Europa. E tipicamente progressive è anche una formazione che schiera pianoforte, violino e batteria. Progressive è poi la struttura dei brani, con quei continui cambi e con la loro epica wagneriana, e l`approccio molto tecnico dei tre strumentisti.
Progressive impuro però, facciamo a 23 carati, perchè la shortezza dei brani (15 in 35 minuti) rivela un retrogusto quasi punk, comunque sempre vanificato dall`abilità tecnica in odore di thrash metal con la quale vengono suonati. Senza dire del gusto trash-cinematografico che stazza nell`immagine di copertina e nel titolo stesso del CD. Oltretutto i 15 brani sembrano concepiti come altrettante colonne sonore per brevi sketch di animazione speedy-punch.
Ps: i Very Short Shorts sono un trio al 60% italiano, al 30% francese e al 10% berlinese.
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