In questo caso scriviamo di un trio di cui negli ultimi mesi si è parlato parecchio e sentendo questo live è facile capire il perché, le ragioni potrebbero essere multiple a partire dalla qualità della musica. Certo, spesso la qualità non è l`unica cosa che giustifica il clamore o la popolarità di un gruppo: Davis era il jazzista più “figo” (..forse..ma resta un`affermazione stupida a partire dal fatto che a quel “negro”, di essere un “jazzista”, interessava relativamente poco, soprattutto da metà carriera in poi), i Nirvana erano il miglior gruppo di Seattle? (i più vendibili non vuol dire certo i migliori). Lo stesso discorso vale in minima parte anche per Forgiving July; in un certo senso possiamo azzardare che sia un gruppo che si sviluppi dal lavoro che per anni hanno svolto in coppia Contini e Mimmo. L`incontro con Pastor avviene in modo molto naturale e la splendida registrazione (sembra un disco registrato in studio a tutto tondo) rende al meglio le dinamiche con cui i tre si spostino sinuosamente senza mai scontrarsi in inutili testa a testa che fanno “free-jazz” e pure un po` stile “antiquato”. Anzi, una delle cose interessanti di questo disco è che incerti momenti sappia far fiorire delle dissonanze e dei movimenti quasi contemporanei (il finale di Road), quand`anche si trattasse di materia “free” i tre giocano la parte di gentiluomini di altri tempi che vanno di fioretto, ma senza mai perdere troppo il decoro (the painter). Ci troverete echi di musica classica, schegge di vecchio jazz-blues che cerca di diventare altro e passaggi con cui alcuni russi si sarebbero divertiti e non poco, a partire da Prokofiev, certi giochetti gli si avvicinano parecchio nonostante la musica si trovi decisamente altrove. Tre galantuomini quindi, gente di un'altra epoca? Forse più semplicemente: gente che gioca con richiami alla tradizione più o meno recente senza per questo rimanerne irretita, se il garbo significa ancora qualcosa si tratta di musica in cui la delicatezza ha un ruolo enorme, immagino che quest`ultima affermazione potrebbe far immaginare roba impettita o che gioca in modo tronfio con dei silenzi austeri ed invece nulla di tutto ciò. Forgiving July non si diverte molto con il silenzio, è più per un uso molto garbato degli spazi, sequenze dove Contini e Mimmo fanno da controcanto a Pastor, quest`ultimo che si impegna a sovrapporsi al suono di Mimmo, linee parallele che poi convergono e divergono m senza creare grovigli di nodi, il tutto con uno swing e con quello che la gente del giro hip-hop chiamerebbe “flow”: una flow così limpida da lasciare pochi dubbi in merito alla sua naturalezza. Non si tratta di musica per tutti ma di materia simil-tradizionale che para altrove, perchè ovviamente questo disco, pur avendo ancora molto dello scheletro del jazz, non è certo robetta da serata al Rotari o da cena al Blue Note (e questo dovrebbe far stendere un velo pietoso su entrambi). Sorprende la partecipazione di Novarajazz in fase produttiva, verrebbe da dire che finalmente qualcosa si muove e che altrove i nomi dei jazz festival e delle partecipazioni in fase di produzione sono sempre gli stessi. Si tratta pur sempre di un live e di un disco che in modo sbilenco rimane comunque dentro ad un contesto, ma lo fa in modo sorprendentemente elegante, senza curarsi troppo di piacere a tutti i costi ma dall`altra parte senza dover dimenticare una qualsiasi forma di melodia per imporre serietà , anzi, seppur in modo indiretto il risultato finale è quello di un disco molto fruibile, non semplice ed oscurato da un velo di malinconia.
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