In un mondo che mi piacerebbe più di quello in cui vivo adesso i ragazzini del liceo invece di scrivere sui loro diari i testi delle canzoni di Vasco (quando non qualcosa di peggio), riempirebbero le loro Smemorande con le parole del nuovo disco dei Fine before you came durante qualche ora di lezione particolarmente noiosa.
Con questo non voglio dire che i testi per la prima volta in italiano contenuti in “Sfortuna” siano qualcosa di poeticamente unico, ma la loro orecchiabilità e la capacità di coinvolgere ed esaltare l`ascoltatore, particolarmente dal vivo, da una vera e propria nuova forma alla musica del gruppo, capace in questi anni di essere sempre versatile.
Non intendo nemmeno sostenere che i testi di questo album siano adolescenziali, anzi, pur mantenendo una marcata componente emozionale, riescono a inquadrare determinate sfaccettature del rapporto di coppia, particolarmente dedicata a mancanza e abbandono come nella ottima Natale, molto bene.
A dare al tutto una marcia in più è la musica, i Fine before you came infatti riescono a fare tesoro dell`esperienza del precedente disco omonimo, vicino a sonorità più post-rock, per unirlo alla grinta delle origini, andando a comporre così intrecci e costruzioni ripide e travolgenti, in continua mutazione tra momenti di rabbia furiosa e altri vicini quasi alle sonorità dei Diaframma, destreggiandosi agevolmente sia in momenti più pacati che in cascate sonore, dando quindi all`ascoltatore un album mai banale o noioso.
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