L'interesse mostrato in tempi recenti da Haino Keiji nei confronti della musica elettronica non è certo un mistero, così come non è un mistero l'ammirazione (sbandierata a più riprese) nutrita dai Pan Sonic nei confronti del maestro giapponese. Questo non vuol dire affatto che l'incontro fra le due realtà era inevitabile, ma quantomeno probabile sì, e il frutto di questa convergenza si è risolto in alcuni concerti che, a quanto si dice, non sempre sono andati per il meglio, a causa della ormai nota tendenza di Mika Vainio a mal controllarsi nell`uso degli alcolici. Ma in occasione di questa occasione la sbornia, se c`era, era di tipo benigno e volta ad esaltare la creatività dei tre bardi. Già la locazione, quel Volksbühne che aveva assistito alle registrazioni del notevole "Die Kraft Der Negation" firmato Zeitkratzer, sta lì a promettere fragori e scintille. E fragori e scintille ce ne sono. Eccome. Haino mette in piazza tutto se stesso. E` dunque possibile ascoltare la voce celestiale ed eterea che rimanda a “Tenshi No Gijinka” (in 1, 3, 5 e 9) così come quella sguaiata tipica di tante altre registrazioni (7), quei crescendo che in maniera ciclica avevano caratterizzato “Affection” o la terza parte di “Son of Nihilism” (9 e l`inizio di 10), le bordate elettroniche (2) e quelle della chitarra (4, 6 e 8); in (3) sembra perfino di sentire la ghironda, se pure non possa dirlo con certezza assoluta visto quanto oggi è possibile ottenere con le varie manipolazioni, e nel finale quel garbuglio di urla looppate che venne servito anche al pubblico di Netmage 09. I due finlandesi non hanno certo una personalità distinguibile come quella del giapponese, e metteteci pure un po` di timore reverenziale, ma pure sono lì, solido sostegno a quella che è l`autentica primadonna della situazione. La lussuosa e raffinata confezione lascia ben intendere come “Shall I Download A Blackhole And Offer It To You” non sia il solito disco registrato in pubblico e destinato a fare da riempitivo fra una registrazione di studio e l`altra. Viceversa sembra che la Blast First (petite) punti molto su di esso, probabilmente per l`altisonanza dei nomi coinvolti, e magari senza rendersi conto che si tratta dell`uscita perfetta a rappresentare questa nostra epoca della globalizzazione, della multietnicità e della contaminazione conclusiva fra le varie culture, epoca in cui nel fare un disco non si pensa più alla realizzazione dell`opera definitiva ma semplicemente a rendere una documentazione destinata a raccogliere un attimo, ed una sfaccettatura, nella carriera di musicisti estremamente poliedrici e la cui mente è occupata da mille richiami.
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