Sarebbe facile recensire il nuovo disco degli OvO partendo dal presupposto che è più elettronico dei suoi predecessori.
In realtà un disco degli OvO non può essere nè più nè meno elettronico, così come non può essere nè più nè meno bello, come loro stessi non possono essere alti o bassi, avanti o indietro, destri o mancini, pre o post, dei o demoni. Gli OvO sono semplicemente gli OvO, sono lì, immaginario puro, una presenza non tangibile e pur reale, ma allo stesso tempo irreale. Sono come la creatura che appare nella copertina del disco, un essere al contempo di acqua, di terra e di cielo, una creatura che non è nè maschio nè femmina, e alla stessa maniera di quella creatura abitano tutti gli ambienti del pianeta musica. Proprio per questo, in quanto entità immaginifica, in quanto profeti dell`essere/non essere, rappresentano una certezza. Una delle poche.
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