Stefano Giust meriterebbe molto più di questa semplice recensione. Meriterebbe una `zine` che si occupa esclusivamente di lui, sia come musicista sia come discografico (l`attività svolta in 23 anni di attività con la Setola di maiale è semplicemente indescrivibile). Tenendo conto dei musicisti che ha promosso, e di quelli con i quali ha suonato, le `zine` che si occupano esclusivamente di lui dovrebbero essere non una ma addirittura sette, come le vite dei gatti.
Nell`occasione, lo vedete da voi, lo affiancano due colonne del diy italiano, oltre al brillante clarinettista svizzero-libanese Paed Conca. Il disco è stato registrato nel Settembre del 2014, durante un festival jazz austriaco, e fa seguito a un primo CD registrato nel 2011 a Pisa, nello splendido scenario dell`abbazia di San Zeno, durante il primo tour del neonato quartetto. I tre anni trascorsi hanno sicuramente affinato l`affiatamento fra i quattro e le due lunghe improvvisazioni (26 e 20 minuti ca.) scivolano via lisce come palle da biliardo (naturalmente ben giocate). Si tratta di musica improvvisata ai massimi livelli dove voce e strumenti, acustico ed elettrico, uomo e ambiente si amalgamano alla perfezione, trovano i loro spazi senza rubarseli o prevaricarsi l`un l`altro, in quella che, in fondo, altro non è che una lezione di civiltà . E` l`anarchia che trova un suo ordine (chi l`ha mai detto che anarchia e ordine non possono coesistere?).
Per il resto c`è solo l`inadeguatezza a dire di più e solo l`acquisto, con conseguente ascolto, possono rendere giustizia piena a “Pow” e ai loro autori.
Se però non siete mai entrati nel catalogo setolare fatelo con attenzione perchè c`è da restare abbagliati!
Come disse padre Cristoforo: «verrà un giorno ...».
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