... non è che volevamo dare più spazio al top precedente, per quanto bello, ma più prosaicamente è che alcuni impegni inderogabili ci hanno tenuti a maggior distanza del solito da impianti stereo, computer e programmi di scrittura.
Cercherò inoltre di dilungarmi poco dacchè i nomi trattati in questa rece dovrebbero essere ben noti ai nostri lettori ed è probabile che buona parte di questi ultimi abbiano già da tempo avuto occasione di assaporare questi due dischi.
“Memoria Istruttiva” e “Funeral Parties” hanno un tratto in comune: entrambi sono dedicati a grandi motivi della memoria. Il primo a Caspar David Friedrich, Alexander von Humboldt e a tutti gli esploratori dell`era Romantica. Il secondo a Anton Webern, Georg Friedrich Händel, Franz Schubert, Henry Purcell, Jan Sibelius e alla grande tradizione della musica funebre.
In “Memoria Istruttiva” Rocchetti sembra prediligere l`aspetto compositivo rispetto a quello performativo/distruttivo. Un ruolo di primo piano viene così riservato al piccolo enclave dei collaboratori, all`interno del quale un particolare rilievo è assunto dal contrabbasso di Stefano Pilia. Il disco scorre/corre in equilibrio fra un`attitudine visionaria e un`anima passionale, e si dispone in posizione altolocata all`interno di un palmares ricco di realizzazioni più che valide.
Rocchetti, quasi in contemporanea con il suo LP, ha arricchito di un numero anche il catagolo dell`etichetta che gestisce insieme a Matteo Castro e nell`occasione, è inutile nasconderlo, i due hanno piazzato il cosiddetto colpo gobbo. Il disco è infatti firmato da Ralf Wehowsky, il che in ambito elettroacustico equivale a dire Ornette Coleman in ambito jazz moderno o Paul McCartney in ambito pop. Se i due dischi sono coevi, anagraficamente, posseggono anche un tratto distintivo molto simile, avendo anche “Funeral Parties” trovato ispirazione in una tradizione storica dai caratteri visionari e romantici, seppure spesso segnati da una vena mistico-gotica e oscura. I suoni rielaborati da RLW derivano essenzialmente dal sassofono di Bhob Rainey e, in principio, l`idea era quella di un disco dedicato alle marce funebri suonate dalle bande pre-jazz di New Orleans. In corso di realizzazione "Funeral Parties" ha preso tutta un`altra deriva andando a calarsi in una tradizione antica di secoli. Per citare i compositori che, stando alle annotazioni di copertina, hanno ispirato il disco si va dalla “Music for the Funeral of Queen Mary” (1695) di Henry Purcell alle marce funebri (1909) di Jan Sibelius e Anton Webern. Il disco di RLW, oltre a rappresentare un ottimo ascolto, ha quindi anche il merito di spingere la curiosità verso la (ri)scoperta di opere fondamentali che hanno fatto la storia della musica.
Per chiudere, e per riagganciarmi al “Memoria Istruttiva” di Claudio Rocchetti, posso solo aggiungere un buon viaggio.
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