Autore disco: |
Fedora Saura |
Etichetta: |
Pulver & Asche Records (CH) |
Link: |
www.pulverundasche.com www.youtube.com/watch?v=kQQfiYmyGVI |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2014 |
Titoli: |
1) Peso / Mondo (della civiltà civetta) 2) In verità vi dico 3) Soma pneumatico 4) La natura (l`uomo per primo) 5) Tenete buoni quei cani 6) Ex Europa Samba I II III (Est Euroba Sampa Xigareta): I. Herh/Thrh, II. Ex Europa Samba, III. Bagattella 7) Continentale (artista visiva) |
Durata: |
28:43 |
Con: |
Marko Miladinovic, Zeno Maspoli, Giovanni Cantani, Marco Guglielmetti, Claudio Büchler, Guido Rolando (Giubbonsky), Sandra Ranisavljevic |
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buone nuove dalla svizzera italiana |
x Mario Onlus (no ©) |
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Su “YouTube” c`è una breve intervista a Marko Miladinovic e Zeno Maspoli che può farvi capire la natura del loro duo letterario-musicale, al secolo Fedora Saura, molto meglio di quanto possono farlo mille parole del sottoscritto. E` anche per questo motivo che nel recensire questo loro secondo disco mi baserò essenzialmente su quell`intervista dove, per iniziare, si viene a conoscenza che il nome Fedora Saura è preso da una cavalla storna vincitrice ben tre volte, su otto corse disputate, al Palio di Siena (nell`Agosto del 2009 non venne selezionata a causa della sua presunta superiorità nei confronti degli altri cavalli, da Wikipedia). Il duo nasce «analmente da una suora europea» come entità dedita a una forma di teatro musicale che colletta arti letterarie (i testi e la voce di Miladinovic) e musica (la chitarra dello stesso e la batteria di Maspoli). E` così che la più azzeccata fotografia mi pare quella flashata da loro stessi quando si definiscono come uno scontro tra Modugno e gli Shellac. Il lato letterario cita Céline, Nietzsche, Eliot, Pound, Deleuze e Joyce, tra gli altri, mentre dal punto di vista teatral-musicale si cade inevitabilmente in braccio a Giorgio Gaber, Carmelo Bene e Petrolini. Personalmente riesco a captare anche qualcosa di Stratos, e poi tanto funk e altre influenze mutuate dalla musica nera. Comunque sia si tratta realmente di uno scontro: da una parte l`antipatia di una voce (forse) eccessivamente impostata e di testi che, lontani da ogni forma di populismo, scavano impietosamente dentro le viscere dell`ascoltatore, e dall`altra un contraltare musicale che rimane sempre piuttosto godibile, soprattutto in questo disco dove la scarna formula iniziale è andata a rinvigorirsi per la presenza di nuovi adepti e, in un brano, dell`ospite Giubbonsky ai sassofoni tenore e contralto. La strada per portarsi sui livelli degli illustri esempi citati è lunga e difficile ma le basi necessarie per raggiungere tali ambiziosi obiettivi ci sono tutte.
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