Autore disco: |
SJ Esau |
Etichetta: |
fromSCRATCH Records (I) |
Link: |
www.fromscatch.it www.sjesau.co.uk/ |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2014 |
Titoli: |
1) Soul II Skull 2) Stubborn Step 3) Forceps 4) Who Isn`t? 5) Why Angry? 6) The Pull 7) Make Space 8) Perspective Parade 9) Remotely 10) What Is It Now? 11) No Journey |
Durata: |
48:15 |
Con: |
Sam Wisternoff, Sean Talbot, Yoshino Shigihara, Matt Jones, Adam Drucker, Charlotte Nicholls, Francois Marry, Joseph Howard Grounds, Ruth Revell, Emma Revell, Kathy Hinde |
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l`imprevedibile evoluzione di un ruvido sound jockey |
x Stefano Acquario (no ©) |
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Esau è il nome di un profeta biblico e, in ebraico, la parola significa un qualcosa tipo «ruvido». Facile a dirsi, fin qui, dal momento che sta tutto scritto anche su wikipedia. Più difficile decifrare il significato di Sj, o meglio il significato che l`inglese Sam Wisternoff (fratello di Jody Wisternoff dei Way Out West) ha inteso dargli quando s`è scelto questo nomignolo per il suo progetto musicale. A livello puramente speculativo potrei ipotizzare che Sj sta per sound jockey, a rappresentare cioè una specie di Dj che non utilizza i dischi ma, più genericamente, i suoni. E, andando a ben vedere, la definizione di `ruvido sound jockey` ben si addice al nostro bizzarro donzello ... o, almeno, gli s`addiceva ai tempi dei primi concerti e del CD-R “Queezy Epiphany Coming Through The Wall”. Tali caratteristiche, unite a una tipica inglesità e alla tendenza a fare tutto da sé, me l`hanno fatto sempre vedere come una versione di Billy Bragg evolutosi dall`era delle chitarre a quella dei campionatori e dei loop.
Va da se che Sj Esau, come a suo tempo successe al buon Billy, ha sentito presto il bisogno di sgrezzarsi e rinunciare a una forma di misantropia che, con il passare delle stagioni, rischia sempre di diventare una gabbia. Fin dai dischi successivi, complici le maggiori possibilità offerte dall`accoglienza all`interno della famiglia Anticon, è quindi possibile sentire sia arrangiamenti più elaborati sia la presenza di strumenti suonati da vari musicisti ospiti. Con “Exploding Views” l`esigenza di mettere su famiglia sembra diventare quasi un bisogno di matrimonio, tanto che il disco suona molto più elettronico e collegiale del solito, e se il matrimonio s`ha da fare potrebbero essere i Talking Heads a rivestire il fortunato ruolo della sposa, fermo restando Billy Bragg in quello dello sposo.
Infatti è possibile captare un`accentuazione delle parti ritmiche, con una ricerca volta verso melodie e poliritmia `altre`, mentre i testi sono spesso impostati su frasi reiterate e parti corali e v`è un uso piuttosto marcato di sintetizzatori.
Insomma, direi che “Remain In Light” è dietro l`angolo, seppure le canzoni suonino naturalmente, e presentino accorgimenti, molto più moderni. D`altronde 35 anni - cazzo!, quanto tempo è passato - non sono certo una quisquiglia. Il vecchio Billy ... pardon, il vecchio Sam continua a fare capolino, magari in un passaggio vocale più emotivo e meno cyber o in una morbida linea disegnata dal violoncello di Charlotte Nicholls.
Il livello non sarà certo lo stesso raggiunto nello splendido “Small Vessel” (2008), ma l`eccellente equilibrio acquisito fra le spinte al cambiamento e la conservazione di un propria identità ne fanno comunque un gran disco. E sono certo che “Exploding Views” non fallirà nel compito, sempre che i concerti ne confermino le qualità , di conquistargli nuovi adepti.
Ps: Il segno dei tempi che cambiano: 35 anni fa un disco come questo poteva superare ampiamente le trecentomila copie vendute mentre oggi è larga se arriva alle tremila.
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