Austria e Norvegia, paesi marginali nella geografia politica e in quella economica, rappresentano due punti nevralgici nella sperimentazione sonora degli ultimi decenni, pensate soltanto a due marchi discografici importanti quali sono stati, e sono, Mego e Rune Grammofon. Così questa collaborazione fra il manipolatore elettronico austriaco Daniel Lercher e il trombonista norvegese Henrik Munkeby Nørstebø appare non solo naturale e logica, ma quasi necessaria.
Nei sei brani di “TH_X”, emblematicamente privi di titolo, si indaga l`empatia fra il suono delle sinewaves e quello del trombone, ma anche l`elaborazione elettronica dei suoni emessi da quest`ultimo. Quasi sempre le emissioni sono lunghe e continue e vanno a definire tessiture piuttosto inquietanti. Il terzo brano è il più mosso e frantumato, con fastidiose bande di rumore ad accidentarne il percorso. Seguono una specie di dark ambient industriale e, a chiusura, una serie di brontolii che sembrano provenire da un grosso felino cavernicolo. I primi due brani sono i più delicatamente sottili, seppure la voce roca del trombone trovi sempre qualche varco per eludere le grinfie dei guardiani sintetici. “TH_X” è un esperimento sostanzialmente riuscito di fusione fra suono naturale e suono sintetico e il lettore interessato a questo tipo di musiche - fra improvvisazione elettroacustica, sperimentazione elettronica e composizione contemporanea - può andare sul sicuro.
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