Alessandra Novaga è una chitarrista dalla preparazione classica che, al pari di molti strumentisti attivi nel guazzabuglio della scena musicale post-contemporanea, ha deciso di forzare le chiuse dell`accademia. Recentemente si è fatta notare nel circuito underground italiano per l`interpretazione integrale dei “Books Of Heads” di John Zorn, ma il suo talento ha avuto modo di farsi apprezzare anche al di fuori dei patri confini, sia in Europa sia in America. In questo disco modella con la sei corde 5 sculture sonore disegnate per lei da altrettanti autori del mondo post-contemporaneo (fra di essi c`è il figlio del pieffemmista Franco Mussida). A tornare in primo piano è quindi la figura dell`interprete, che nella cultura musicale contemporanea finisce spesso per essere vanificata, un ritorno comunque auspicabile in modo ancor più sistematico (la figura dell`interprete, nel fare musica, riveste un`importanza pari a quelle dell`improvvisatore e/o del compositore). Trovo che nel mood sonoro della Novaga, almeno in questo disco, ancor più della chitarra abbia valore l`elettricità , che sembra generarsi sotto la pelle e, attraverso il mezzo della sei corde, trasformarsi in giochi sonori. E ancora, nella sua sgrammaticatura, sembrano avere un`influenza basilare forme espressive come il teatro e la poesia. E` così che la immagino emergere, come una Venere, dal centro di un triangolo che ha per apici Alessandro Volta, Antonin Artaud e Emily Dickinson. In attesa di nuovi sviluppi potete iniziare l`approccio frequentando questa «camera dei giochi sonori» o assistendo a qualcuna delle sue frequenti performance (nel suo sito c`è un calendario costantemente aggiornato nel quale, tra l`altro, la vediamo accompagnarsi anche con la nostra vecchia conoscenza Patrizia Oliva).
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