E` un periodo di grandi attività per Claudio Rocchetti che negli ultimi tempi abbiamo visto protagonista sia con i 3/4HadBeenEliminated che in solo con il recentissimo e bellissimo disco per Die Schachtel, prima ancora con i Zurich Against Zurich e nei progetti Olyvetty e Hypnoflash; il tutto in meno di un anno. Per completare la carrellata di uscite mancano ancora il suo long-playing per la Small Voices ed una nuova audio-cassetta per la neonata label Deadtracks. “These Are The Days”, uscito sul finire del 2007, rimanda direttamente al disco d`esordio, quel “the Work Called Kitano”, marcato Bar La Muerte nel lontano 2003, ma certamente meno schizzato; un tipo di composizione da ricondurre alla manipolazione di materiale sonoro, al dj-ism di scuola Cristian Marclay ma anche del nostro Giustino Di Gregorio, e che prende le mosse da un certo tipo di ricerca soprattutto interiore (diversa dal tipo di composizione vera e propria che caratterizza ad esempio il disco su Die Schachtel), in cui tecnica e cuore sono egualmente distribuiti. L`elleppì si inserisce quindi in quelle produzioni del Rocchetti in cui, utilizzando la tecnica del cut-up, assembla frammenti di musiche altre, tagliate e ricucite in composizioni originali. Le registrazioni risalgono al periodo 2002-2004, tratte da differenti fonti sonore con differenti equalizzazioni. Gran parte del fascino di questo lavoro deriva proprio da questo scarto tra il differente contenuto di forma e di sostanza dei materiali, tra la dicotomia rumore-melodia, pop ed avanguardia, hi-fi e lo-fi. Ancora una volta Claudio Rocchetti ci lascia in dote un eccellente disco, con tracce brillantemente costruite, in cui si convogliano i frammenti di una vita, sua e nostra.
“Harrisonford”, prima uscita dell`etichetta berlinese Deadtracks, è il secondo tassello della trilogia dei miti, dedicata appunto ai padri putativi, credo giovanili, di Claudio Rocchetti; precedentemente era uscito “DavidLeeRoth” per la Longlongchaney, sempre in formato cassetta (quella sì, un vero mito!). “Harrisonford” contiene due lunghi landscapes, uno per lato, molto oscuri, tra Organum e Loop Orchestra; il suono si impasta soprattutto nel lato A della cassetta dove, come in un messaggio via radio proveniente da un altro mondo (un po` Orson Welles che annuncia l`arrivo dei marziani), compaiono i spoken words dello scrittore cyberpunk Kenji Siratori. Affascinante.
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