L`universo in cui gravita Daniele Brusaschetto non è costituito solamente dalle luminose stelle dei suoi dischi solisti ma anche da una serie di collaborazioni e progetti amici che insieme vanno a costituire un ricco sistema di produzioni disparate. C`è innanzitutto l`etichetta Bosco rec, che spesso ha marchiato i suoi lavori e quelli di entità a lui vicino, la Into My Bed, altra label strettamente legata al nostro, nonchè progetti quali All Scars Orchestra, Ludmilla, Davide Riccio (già recensito su questi schermi), Ich Niente, Switch-Off e Ashtool che, insieme ad altri, costituiscono quella grande famiglia di cui sopra. Di questi ultimi tre progetti ci occupiamo adesso, recuperando un poker di dischi usciti nell`ultimo triennio. Innanzitutto, Ashtool, progetto di Marco Rizzi (già in All Scars Orchestra), chitarrista versatile e spregiudicato che oltre ad una serie di pedali ed effetti non disdegna l`uso di macchine elettroniche. I due lavori, usciti rispettivamente nel 2004 e nel 2006, propongono sonorità agli antipodi già all`interno dei dischi stessi: nel primo, “electrosoundphrasesinth(ou)gh(t)s”, si va dalle bizzarre suite folk (cameriere; meeting a friend), a movimenti proto-tecno-industriale (mu, la marcia di saleccia5), dall`elettronica ambient (onefilter1.0), agli arzigogolati pezzi elettro/elettronic (le vite). Il successivo “S.O.C.G. vecchie paure” è parimenti eterogeneo (si ascoltino ad esempio le opposte the future e oloclassica, elettronica rumorosa la prima, soavemente acustica la seconda); più ricco di perle questo lavoro tra cui mi piace segnalare la cavalcata elettrorock di reacto, la lunga e oscura suite di adadat, tra ambient, canti astrattamente etnici e sperimentazioni elettroniche, la sinfonica life, davvero bellissima e le pieces per camera di tasti e more ones.
Del 2004 è anche il progetto Ich Niente in cui vediamo Marco Rizzi unire le forze con il nostro Brusaschetto. Nel concetto, “Ri-tagli”, riprende intenti già ricercati dai due, in singolo o con altre formazioni (All Scars Orchestra, già dal nome), ma con diversi risultati. Sul sottile gioco di parole, che allude a tecniche come l`uso dei cut up, il citazionismo, la varietà di forme, i due in questo progetto si ritagliano letteralmente uno spazio dove lasciar liberamente dialogare le due chitarre, tra arpeggi folk (prime impressioni), linee rock (ghghghghghgh), geniali invenzioni sonore (baigon), blues sghembi (du whe, lunga 01) e avvolgenti suoni psichedelici (ichnusa). Davvero un ottimo disco.
Tra gli ultimi progetti licenziati va annoverato anche l`ensemble dei Switch-Off, uscito alla fine del 2006, in collaborazione con la Setola Di Maiale di Stefano Giust. Il sestetto comprende oltre ai soliti Marco Rizzi e Daniele Brusaschetto anche il fratello di quest`ultimo Pierluigi, con Daniele Pagliero (nome conosciuto ai frequentatori della SdM), Maurizio Ruppo e Mauro Aloizio. “Inconcludenzia” riprende il discorso sul taglia e cuci sonoro, nonostante il tutto sia ripreso da una performance ripresa dal vivo. La registrazione risale addirittura ai primi anni 90, rivista in un secondo momento dal Brusaschetto fino ad ottenere il prodotto in questione. Il lavoro è un tripudio di suoni percussivi dalle parti dell`industrial più povera (einsturzende neubauten et similia); c`è anche una chitarra e una batteria elettronica ma il grosso, potete giurarci, lo fanno il suono del divano, del distributore di bibite, del posacenere, delle pile della raccolta differenziata, del termosifone, delle birre vuote e quant`altro, tutti indistintamente martellati fino alla morte, nonchè dei fischi e delle urla primordiali, alla fine le cose più umane del disco. E` una sinfonia per spazzatura sola, baccanale per il vecchio millennio che se ne va e che ci lascia in dote una serie di cose per cui faremo bene a trovare soluzioni alternative per il loro riciclaggio (e ve lo dice uno che vive nella città della mondezza per eccellenza). Gran bel disco.
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