Ricordate la S'agita? I suoi cdr erano un piccolo oggetto di culto per parecchi appassionati, se 'Piccole donne crescono' vi basti pensare che fra gli altri Claudio Rocchetti, fhievel e Andrea Belfi hanno mosso alcuni dei loro primi passi proprio lì. La S'agita nasceva in seno ai Logoplasm e vantava un catalogo mica da ridere, nonostante ciò più niente, ma visto che nulla nasce dal nulla: ecco qui che dopo essere entrata in un buco nero la testa di Paolo Ippoliti ne riemerge modificando nome e forma, ma non sostanza. E` così, 'out of the blue', che la Kosmik Elk Mind fa la sua comparsa alla luce del sole, sparando una serie di tre cassette ed un cdr e che dire se non che l'esilio nel limbo spazio temporale ha giovato ad Ippoliti?! Le cassette sono ottime sia per il materiale che contengono (e non si tratta di musica esclusivamente 'made in Logoplasm') sia per la veste grafica stile fumetto fantascientifico anni Sessanta/Settanta. Ragazzi miei penso che abbiate sentito che in America il vinile e le cassette sono ritornate 'cool' (pensate solo alle Amercan Tapes di Wolf Eys-iana memoria), ma qui non si tratta di cofanate fatte in casa con pretese artistiche (spesso patetiche) ma di materiali a colori, stampati e fatti con tutta la dovizia di particolari del caso, quindi come diceva un mio vecchio parente: 'non confondiamo la merda con lo zabajone'.
Uno per uno andrei per ordine di uscita e quindi partirei dallo split che unisce Harshcore a Boombox Borealis (che altri non è che Ippoliti isolato dai Logoplasm). Dei due novaresi ero rimasto molto colpito da alcuni materiali e se anche voi foste rimasti attratti dalle cose più folli, qui troverete pane per i vostri denti e per quel che mi riguarda anche una riconferma del fatto che quando Sigurtà e Clerico sono in forma danno un taglio del tutto particolare al loro 'rumore'. I quattordici minuti degli Harshcore si deformano fra sovrapposizioni di foto sfocate e 'bobine' a loop, nessun tentativo di prendere corpo, ma l'atmosfera è delle migliori anche quando si tratta di puro e semplice 'rumore bianco'. Un flusso di coscienza che un po' per la copertina e un po' per l'accoppiata dello split potrebbe accompagnare perfettamente una sonorizzazione di Calligaris, Mabuse o dell'italianissimo Cabiria (che, visto oggi, forse è più acido di trenta trip). Boombox Borealis non si discosta troppo dall'are Tibetiana (non la regione, ma la persona) dello split, ed infatti fra Current 93 e Nurse With Wound qui ci sarebbe di che esser orgogliosi nell'aver dato il via ad un'esplosione dell'inconscio collettivo tale che Jung ci si sarebbe tuffato se non fosse già felicemente trapassato. Anche in questo caso si gioca molto più sull'atmosfera invece che sulla melodia e tutto questo senza utilizzare la benchè minima 'nota' di questo o quello strumento, altro che 'Rumorarmonio', Russolo dove sei ora che qualcuno dimostra che le macchine hanno un cuore? Ultima precauzione che mi sento di utilizzare è quella di sottolineare che pur trattandosi di 'rumore', non è musica industriale (pur flirtandoci) e lungi dallo spessume dark ambientale: certo non è pop ma c'è rumore e rumore.
Il secondo capitolo del libro work in progress Kosmik Elk Mind è proprio una cassetta in solo per Boombox Borealis e questa volta la melodia c'è e si sente, anzi sovvertendo l'ordine dei lati partirò dal drone tastieroso di Algamic Spring, e non si tratta più di white noise ma semmai di materia che potremmo etichettare come noise-psichedelia? Il punto è proprio qui, più che di un'etichetta sperimentale sembra che il continuum fra S'agita ed Elk Mind, Logoplasm e Boombox sia il 'viaggio' nel senso più nobilmente freak del termine. A differenza dei Logoplasm, con cui questo progetto in solo ha ben poco a che spartire, parlerei di materia grezza, tanto che mi risulta persino difficile capire se si tratti di musica elettronica dal suono analogico o proprio di musica analogica. Ciò non toglie che nella loro semplicità e nel loro essere scarne, le tracce vadano a segno ed un buon esempio di quanto detto sono i due ultraevocativi frammenti iniziali di Titanic Home.
Come di rito, in ogni banchetto che si rispetti, il dolce arriva alla fine e se questa tripla uscita può essere descritta in qualche modo le potrebbe essere dato il senso di una ricerca della luce, ragion per cui dal magma buio della prima cassetta si arriva gradualmente alla melodia conclamata dell'ultima. L'apertura questa volta viene affidata ad Aal, che nonostante le plurime uscite su Afe non avevo ancora sentito, e proprio da lui arriva la sorpresa più grande: anche in questo caso sagome sfocate e scure ma una vena che dire dark wave è poco (anzi attenzione, direi che new wave e dark in un certo senso siano un altro 'fil rouge' di queste tre casette, ma prendete tutto con le molle). Durante le tre tracce Valecchi fa il minimo indispensabile per mantenere una tensione costante ed un'atmosfera cupa, ma è con la terza traccia che sfocia in un piccolo capolavoro: dopo una partenza tenue si arrende ad un tappeto etereo e ultramaliconico da cui fanno capolino delle voci che mi sembrano quelle di un bambino (ma non ne sono sicuro). Davvero splendido. Per i Logoplasm mi sembra dovuta la premessa in base alla quale di tutto il materiale registrato, uscito, irreperibile, introvabile, perso e scomparso sarebbe ora di fare un ristampone globale e, facendo un po' di cernita, credo che sarebbe un bel sentire. Un gruppo strano, visto che alle volte li ho trovati davvero ispirati (se non ci credete provate a sentire la ristampa recentemente uscita su Afe), altre volte buoni ma sottotono, e questa volta direi che sono in piena forma. Forse delle tre cassette è la meno omogenea visto che anche se melodici i Logoplasm in questo caso hanno un nonosochè di delirante ed ossessivo, subconscio pasticciato, vagiti melodici che affiorano fino a vedere la luce e le melodie per nulla cupe, tutt'altro: 'fiat lux a tutto tondo' (con buona pace di Lapo, Luca Cordero e dell''avvocato', unico uomo beatificato dai suoi stessi cassintegrati e proprio per questo Santo). Proprio quando la melodia domina sovrana la traccia crolla sulle voci nude e crude dei due Logoplasm e dopo riparte come se si trattasse dell'audio di un film.
Più ci penso e più credo che il riferimento agli espressionisti crucchi ed a Cabiria abbia un suo senso sia per le grafiche sia per la dimensione onirica che lega le prime tre uscite della Kosmik Elk Mind, mi verrebbe da aggiungere di 'semplicità virtù', ma non vorrei che pensaste si tratti di materiale povero quando povero non è. Reich era partito proprio dai nastri per regalarci i suoi fantastici loop e direi che in un mondo che va alla frutta sia quasi bello pensare che altri tipi di loop sulle bobine ci ritornino, ma questo solo se bisogna trovare un senso logico a tutto. Bella sorpresa.
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