Con “O`er The Land Of The Freaks” Simone Basso prosegue e consolida la collaborazione con Fabrizio Barale, iniziata nel disco precedente, strumentista / produttore / arrangiatore / docente noto soprattutto per il suo lavoro con Yo Yo Mundi, Ivano Fossati e Giorgio Gaber. In tutto ciò pare ben distinguibile il desiderio di riagganciarsi alla tradizione musicale della canzone italiana. Tradizione ben presente, questa, seppure incline a esplodere al fine di raccogliere innumerevoli filamenti di cultura globalista e modernista. Tutto questo ben di dio è nascosto in ogni dove, nelle citazioni e nei riferimenti, nelle continuative operazioni di taglia-e-cuci, nella ricchezza degli arrangiamenti musicali che, pur formalmente nascosta dietro a un impianto essenzialmente minimale, finisce con il travalicare dai bordi come la schiuma in una buona birra. Un autentico pot-pourri. Ma, in fondo, poco è cambiato nell`attitudine di un artista che già nel suo primo CD di 15 anni fa stupiva miscelando Tenco, Einstürzende Neubauten, Carmelo Bene e Carla Bley. Caso mai oggi la struttura è più prossima alla forma canzone così come l`abbiamo conosciuta negli ultimi 70 anni.
E, sopra a tutto, resta ancora l`ombra immensa del grande Demetrio Stratos.
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