`Tracing South´ // `Stereo´

Autore disco:

Alessandra Eramo // Spill

Etichetta:

Corvo Records (D)

Link:

corvorecords.de

Formato:

LP

Anno di Pubblicazione:

2019 // 2018

Titoli:

1) A / Tem 2) I Cannot Neglect The Sea 3) Mediterranean Migrant Cemetery 4) Really Very Gut (Nocturne) 5) Pais 6) Southern Landscape 7) Vacio 8) Song For The Sun (Carnival Rites) 9) Primitive Bird 10) My Favourite A Train 11) When I Look Into Your Eyes // 1) Magnetic Island 2) Sway

Durata:

40:14 // 41:20

Con:

Alessandra Eramo // Magda Mayas, Tony Buck

corvo + corvo = aquila

x mario biserni (no ©)

Alessandra Eramo è comproprietaria della Corvo Records, ma è stata ben attenta a non saturare il catalogo dell`etichetta con i propri lavori che, in dieci anni di attività , sono limitati al numero di 5 (fra i quali ci sono un 7 pollici, un libro e un LP in collaborazione con altri musicisti). Quindi, facendo due conti, questo è il secondo LP a suo nome, e fa seguito a “Come ho imparato a volare” del 2010 e al singolo “Roars Bangs Booms” del 2014. “Tracing South” è un disco molto vario e la voce, a volte manipolata o supportata tramite l`elettronica, si inerpica in forme caleidoscopiche che vanno dal recitato, al cantato e al vocalizzo puro. La Eramo ben si inserisce in quello che è il percorso della sperimentazione vocale nella musica contemporanea, e si colloca ai massimi livelli del settore, facendo pensare in primis alla francese Tamia, ma anche a Demetrio Stratos, Diamanda Galas, Meredith Monk e, ovviamente, a Cathy Berberian. Il disco, come s`è detto, è molto vario e si passa dalla babele di parole (I Cannot Neglect The Sea), con le stesse che sembrano rimbalzare fra le pareti di una camera chiusa, ai cambi di intonazione intorno a due soli termini (Really Very Gut (Nocturne)), dall`orgasmo streghesco (A / Tem) alla sarabanda folk (Song For The Sun (Carnival Rites)), dai borbottii tormentati (Mediterranean Migrant Cemetery) al coro elegiaco (Pais), dai suoni flautati e incorporei (Southern Landscape) alla coralità solenne (Vacio), dalle coloriture imitative (Primitive Bird e My Favourite A Train) al canto a cappella (When I Look Into Your Eyes). Questi in linea di massima, e seguendo sensazioni molto personali, sono i contenuti del disco ma, credetemi, è difficile dare una descrizione realmente soddisfacente di queste 11 perle rare. Il consiglio, se apprezzate i nomi citati e la vocalità nella musica contemporanea, è ovviamente quello di acquistare il disco tout court, senza se e senza ma.

Un occhio lo butterei comunque a tutto il catalogo della Corvo Records, sempre che non l`abbiate già fatto, e dal momento che ci siamo vi propongo anche l`uscita immediatamente precedente a “Tracing South” (di quasi tutti gli altri titoli del catalogo abbiamo già scritto sia in un articolo sia in qualche recensione precedente).

La coppia formata da Tony Buck e Magda Mayas rappresenta una realtà ormai consolidata, dal momento che hanno già all`attivo vari concerti e alcuni dischi pubblicati sia come Tony Buck & Magda Mayas sia come Spill, ma questa è la loro prima pubblicazione in vinile, e quindi rappresenta un boccone molto appetibile e super consigliato per coloro che acquistano solo questo tipo di supporti.
Il batterista Tony Buck viene da lontano, sia geograficamente (è nato nel 1962 a Sydney) sia artisticamente, lo troviamo infatti nelle prime formazioni dei Ground Zero di Otomo Yoshihide e poi nei Peril, nei Kletka Red, nei Trophies, nei Necks, e in collaborazione con numerosi altri musicisti. Più prossima a noi, in tutti i sensi, è l`evoluzione della quarantenne pianista tedesca Magda Mayas, che comunque si è già ritagliata un posto fra le più apprezzate e ricercate strumentiste-improvvisatrici.
Sulla carta pianoforte e strumenti a percussione paiono ben distanti, ma nella realtà delle musiche contemporanee questo gap pare ormai dissolto. Prendete questo disco dove i due si vengono incontro, l`uno accentuando gli aspetti melodici delle percussioni e l`altra gli aspetti percussivi del pianoforte, risultando alla fine interscambiabili nei rispettivi ruoli. Il risultato è un paesaggismo-jazz con echi poli-mondisti. Dietro un`immobilità apparente si nasconde un microcosmo di suoni in continuo movimento, con i vari strumenti che vengono esplorati in tutte le loro possibilità e i due in veste di alchimisti all`interno di un laboratorio acustico.

Due parole ancora sulla Corvo Records, un marchio discografico specializzato in vinili con un suo specifico modus operandi. A differenza di alcune etichette discografiche che hanno puntato su un design univoco in grado di rendere le loro pubblicazioni ben riconoscibili come tali, penso alla storica Blue Note o in tempi più recenti alla Musica Moderna di Claudio Rocchetti e Matteo Castro, alla Corvo Records hanno optato per personalizzare le singole produzioni confezionandole in modo sempre e totalmente diverso l`una dall`altra. Ogni pubblicazione si distingue quindi quale piccolo oggetto d`arte in grado di catalizzare l`attenzione, oltrechè dei musicofili, anche di coloro che collezionano dischi in vinile.


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Data Recensione: 28/9/2020
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 Archivio dell'anno 2020 ...

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`La bottega del suono (Mario Bertoncini. Maestri e allievi.)´  

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`Tracing South´ // `Stereo´  

`Unknown Shores´  

`Schwingende Luftsäulen 2´  

`That Is Not So´  

`Hyperbeatz vol. 1´ // `俳奴 // `Different Constellation´  

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`The Wroclaw Sessions´  

`Phase Duo´  

`Daily Drone Dream´  

`Combat Joy´  

`Echoes From The Planet´  

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`Autocannibalism´  

`Songs On The Line´  

`Live At L`Horloge´  

`O`er The Land Of The Freaks´  

`Do. So´  

`Saillances´ // `MétamOrphée´  

`Live At Torrione Jazz Club´  

`Rise´  

`The Treasures Are´ // `Up And Out´ // `The Balderin Sali Variations´  

`Astonishment´  

`La Louve´  

`Suites And Seeds´ // `Extended — For Strings And Piano´ // `Zeit´  

`Dropping Stuff And Other Folk Songs´  

`Amore per tutti´