In casa Kaczynski sembrano voler fare le cose sul serio, e dopo il primo blocco di pubblicazioni, alle quali abbiamo dato sufficiente risonanza attraverso una recensione e un`intervista, tornano in ballo con queste canzoni per un mare di spazzatura. Il gruppo di musicisti che fa capo all`etichetta continua ad agire come una company, com`era nelle idee di Derek Bailey, seppure l`agire in seduta permante faccia pensare più a una comune ... o meglio, visto il nome scelto, a una family. L`intrecciarsi fra i vari musicisti porta a un numero svariato di soluzioni, che si riflettono nei nomi scelti a rappresentarle. Così zero23 appare come un incrocio fra zeroGroove e 23RedAnts. Molte di tali soluzioni, compresa quella proposta con zero23, le avevamo assaporate nella compilation “Pulsioni oblique”, con la differenza che i pochi minuti riservati in quell`occasione vengono oggi corroborati dalla ben più sostanziosa pietanza costituita da questo CD che, seppur di breve durata, rasenta comunque la mezz`ora. Violoncello, chitarra e suoni bruts vanno a definire insiemi di limpida bellezza nei quali, per dirla con Neil Young, the sun hits the water and the mountains meet the sand. Opposti che si incontrano, si incrociano e interagiscono senza mai impigliarsi nella disarmonia. La cura e la bella presenza delle confezioni è un valore aggiunto e dimostra ulteriormente l`indole, visionaria e allo stesso tempo concreta, del collettivo tosco-iberico. Le macchie di colore su sfondo b/n, che mi hanno ricordato “The Tenement Year” dei Pere Ubu, sollecitano ancora la fantasia verso quel sistema di opposti che mi sembra essere una buona chiave di lettura per tutto l`insieme. In definitiva, fiducia pienamente rinnovata.
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