Osvaldo Coluccino è uno di quegli autori, in realtà specie rara, che sa interpretare alla perfezione la modernità componendo sia opere elettroniche e/o elettroacustiche sia opere per ensemble da camera di tipo tradizionale e rivolgendosi per la pubblicazione dei propri lavori ai marchi discografici più appropriati. “Emblema” viene pubblicato dall`austriaca Kairos dove il suo nome si affianca a campioni della contemporaneità quali Scelsi, Lachenmann, Nono, Feldman, Donatoni e Sciarrino. Come si può dedurre, sei brani l`ultimo dei quali è titolato Emblema 7, esiste una composizione della serie che non è stata inclusa nella raccolta. Questo perchè Emblema 2, l`esclusa, è una scrittura per 12 strumenti che sarebbe andata a cozzare con la sobria intimità delle altre (solo una è per un quintetto strumentale, la altre sono due quartetti, due trii e un duo). Ovviamente c`erano altri sistemi per ovviare all`inconveniente, come pubblicare un CD doppio con un minimax riservato a Emblema 2, ma tant`è e la scelta dell`esclusione non fa comunque una piega.
S`è detto sobria intimità per una musica che pare vellutata ed elegante, con clarini, flauti, archi e pianoforte impegnati a pennellare coloriture, sottolineature, punti e contrappunti. Coluccino è come uno stilista d`alta moda che, avvalendosi delle timbriche a disposizione, crea tessiture di ricercata raffinatezza.
Non vorrei che il lettore assuefatto al rozzo fragore quotidiano snobbasse queste pagine di autentica poesia sonora che, viceversa, rappresentano un`autentica panacea per rilassare la mente e liberarne i pensieri (fate attenzione a ciò che ho scritto: liberare i e non liberare dai).
Per la cronaca nel quintetto ci sono flauti, clarone, violino, viola e violoncello; nei due quartetti clarinetto, violino, violoncello e piano e flauto, clarinetto, violino e violoncello; nei due trii violino, viola e violoncello e flauto basso, clarone e violoncello; e nel duo flauto e violino.
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