Iniziate l`ascolto di questo disco da Werewolves, una cavalcata elettrica che puzza di Black Sabbath da lontano un miglio, e vi sarete fatti le idee chiare su tutto “Floatin` Pieces” e sui suoi stretti legami con il gruppo di Tony Iommi. Anymore, subito di seguito, non farà altro che confermare questa impressione. Ho scritto di proposito il gruppo di Tony Iommi, dal momento che l`unico elemento discrepante sta proprio nel cantato, non così ostentatamente satanico come quello di Osbourne ma più prossimo, ad esempio, a quello abraso di Mark Lanegan degli Screaming Trees. Così gli arcani sono tutti svelati: rock settantiano trasportato di peso negli anni `90 del dopo punk. L`originario modello sabbathiano viene comunque spesso smontato e rimontato così da dare alle forme una parvenza di originalità . “Floatin` Pieces” è un disco ben concepito, ben suonato, ben cantato e ben realizzato che però mi sembra rivolto a un pubblico molto settorializzato, cioè che abita un inferno diverso da quello del lettore che segue sands-zine. Ma sempre di inferno si tratta, direte voi! Indubbiamente.
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