I cambi di ritmo e d`atmosfera di Intimacy possono far pensare a gruppi del primo progressive come Genesis, Van der Graaf e (soprattutto) Jethro Tull, con un`attitudine glam e un tocco melodrammatico alla Bono Vox nella voce. La pluralità del primo brano riappare, però più parcellizzata, nei brani successivi, dove sembrano far capolino altri nomi come Ian McCulloch e, soprattutto, David Bowie (con le sue note capacità trasformiste). Alcune variazioni sul tema, tipo qualche flash hip hop, non inficiano la predisposizione glam che dal succitato Bowie sembra portare dritta dritta fra le grinfie di Trent Reznor. In definitiva James And The Butcher non propongono nulle di particolarmente originale o personale, ma quello che fanno lo fanno piuttosto bene. “Plastic Fantastic” non è un disco che piacerà agli appassionati di musica, ma può comunque piacere ai fan dei generi musicali (e degli artisti) citati.
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