Emanuele Cicerchia è cresciuto nello stesso humus che ha dato i natali a Sycamore Age, Walden Waltz, Ant Lion, Ask The White ... e da tale humus a tratto chiaramente linfa vitale. La sua musica è fatta di atmosfere avvolgenti e melodiose segnate da una conturbante e vivida luminosità noise-psichedelica. La voce immersa nei suoni fa pensare soprattutto a gruppi come My Bloody Valentine, Ride e Slowdive. Rispetto ad altri gruppi della scena aretina, tipo Sycamore Age, la cerchia di influenze è qui molto più ristretta, e questo fa sì che il risultato risulti meno variegato e anche meno personale. Un altro elemento di critica può concernere un certo gap fra la qualità della scrittura e qualche zoppicamento a livello di una produzione che, soprattutto, mi sembra difettare in dinamiche. Non va però dimenticato che si tratta di un primo disco, realizzato in condizioni pressappoco amatoriali, e che il Cicerchia lascia intravedere qualità non comuni. Joe Boyd potrebbe anche ricavarci un nuovo Syd Barrett ... purtroppo se di nuovi Barrett in giro ce ne sono, a guardar bene, di nuovi Boyd non si intravede neppure l`ombra. Questo è uno dei grossi problemi che attanagliano oggi le produzioni musicali.
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