Il cabaret è una forma di spettacolo che combina più elementi, fra gli altri la musica e la poesia, e quindi è logico che questo CD è una riduzione che non può raccogliere tutta l`essenza dello spettacolo eponimo (non fosse per il fatto che quello durava il doppio del disco). Questo è il suo unico difetto, e a esso è riconducibile anche la sua scarsa omogeneità , il suo saltare di palo in frasca. Certo influisce anche l`utilizzo di più lingue, aspetto a dire il vero estremamente positivo, a creare questo senso di estraniazione. Il voler osservare il disco nel suo complesso è però fuorviante, e uno sguardo mirato sui singoli brani da vita a suggestioni totalmente opposte. L`ex Violet Eves si dimostra padrona dei linguaggi che affronta e, confortata dalla collaborazione di alcuni personaggi d.o.c. del panorama musicale indipendente italiano (oltre a quelli riportati sopra mi sembra giusto citare `Asso` Stefana che si è occupato di alcune registrazioni), sforna una manciata di piccoli gioielli. A partire dalla finale Round Midnight, con la voce accompagnata dal solo contrabbasso di Roberto Bartoli a tessere una lettura del brano di Monk in sospensione fra Jeanne Lee e Robert Wyatt (la versione di NicoNote riflette proprio quella datane da quest`ultimo). Tra la breve recita iniziale e questo mirabolante finale c`è un po` di tutto: echi metal in Giorni Afosi; reminescenze della giovin Mina in Confusa e Animale; `chanson d`autore` in Youkali (su musica di Weill); trip-industrial in Defected e Animale (nella sua parte introduttiva); comic strip alla Berberian in E` Normale; e lied velvetiano in In Der Fremde (su musica di Schumann).
Ciò detto non dovete pensare a un disco privo di sorprese, perchè Nicoletta fa suo, interpreta, storpia, frantuma e ricuce, il tutto alla luce di una sensibilità affatto speciale.
Chiudo con una nota in margine giusto per informare che la realizzazione di “Emotional Cabaret” è stata finanziata attraverso una riuscita campagna di crowdfunding.
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