die schachtel    di e. g. (no ©)




Per una rivista come Sound And Silence, che intende occuparsi di musica indipendente, è quasi d’obbligo conoscere come, al di fuori della porta di casa, si stanno muovendo gli operatori di quello specifico settore dell’editoria discografica. Dalla necessità di conoscere le etichette indipendenti italiane all’idea di una serie di articoli che ne presentino l’attività , magari cercando di comprenderne anche le carenze e le difficoltà , il passo è breve… e bastano pochi di questi piccoli passi per scoprire un mondo tutt’altro che limitato e monocorde, e per capire che per trovare dell’ottima musica non sempre è necessario volare fino ai nostri antipodi, all’affannosa ricerca di chissà quali chimere discografiche, ma qualche volta basta spingersi solo a qualche isolato di distanza.


Puntiamo adesso i riflettori sul piccolo marchio milanese gestito da Bruno Stucchi e Fabio Carboni che, scommettendo sul ripescaggio di un monumentale patrimonio sperimentale italiano scomparso dai cataloghi o mai venuto alla luce, è già riuscito ad affermarsi ben oltre i confini nazionali.
L'alta qualità e la particolarità dei dischi finora pubblicati dalla Die Schachtel - nome ripreso da una composizione di Franco Evangelisti - ci impongono di approfondirne la conoscenza, ma più che sull'analisi delle singole realizzazioni, delle quali abbiamo già parlato in altra occasione, cercheremo di tracciare un profilo sul metodo di lavoro dell'etichetta - che possiamo definire come 'indipendente di lusso' o ‘snob’ - aiutandoci anche con un'intervista ad uno dei protagonisti di questo piccolo miracolo tutto italiano.
Le copertine dei tre vinili sono un esempio di modernità , eleganza e sobrietà allo stesso tempo. Apribili ad albo, contengono, oltre all'ellepì, un bel libretto con note dettagliate, in italiano e in inglese, sul musicista e sui brani compresi nel disco e con numerose foto d'archivio. Appropriati sono anche i disegni del frontespizio, con il simbolo dell'infinito a rappresentare la musica di Pietro Grossi, un reticolo, o labirinto, quella di Enore Zaffiri e una struttura concentrica il concetto 'en' di Franca Sacchi.
La scelta dei musicisti ripescati, esclusivamente italiani, affonda negli anni Sessanta, quando uno stuolo di sperimentatori, che solo una esterofilia inconcepibile ha relegato in secondo piano, dava il proprio contributo essenziale allo sviluppo della musica elettronica. Basterebbe citare il lavoro sulle frequenze di Pietro Grossi, che ha anticipato di un buon 'quarto d'ora' non solo gli ultimi arrivati, come i Pan Sonic, ma pure nomi storici come Alvin Lucier. Caratteristica comune ai tre musicisti citati era (è) l'andare oltre la musica, verso altre forme espressive come danza, teatro e immagine.
Accanto alla serie in vinile, che raccoglie materiale spesso inedito, ci sono le ristampe in CD di due lavori, originariamente usciti su cassetta e su LP, altrimenti irreperibili: "On Air" di Christina Kubisch e "Dell'universo assente" di Luciano Cilio. "On Air" contiene la musica di un'installazione creata nel 1984 per il Castello di Gargonza (Arezzo). Il CD viene utilizzato in tutte le sue possibilità e, oltre alla pista sonora, contiene pure un filmato d'epoca sull'installazione e una pista interattiva con discografia, biografia e varie immagini, sia dell'artista sia di altre sue installazioni, con un'attenzione particolare riservata all'evento che viene riproposto anche nella sua parte sonora. La stessa raffinata eleganza, e la stessa completezza, vengono riproposte in "Dell'universo assente", un CD che contiene per intero l'unico vinile, "Dialoghi dal presente" del 1977, pubblicato dal musicista napoletano Luciano Cilio prima di abbandonarsi nelle braccia del suicidio. Ad arricchimento di quel capolavoro ci sono alcuni brani inediti e una manciata di interpretazioni, su appunti e spartiti sfuggiti all'incuria del tempo e degli uomini, proposte da Girolamo De Simone. Ci troviamo nuovamente al cospetto di uno sperimentatore che non ha nulla da temere se confrontato ai più blasonati nomi internazionali: ascoltate un brano come Studio per fiati e ditemi se non potrebbe essere stato realizzato due orette fa dagli nmperign o da Alessandro Bosetti.
L'operazione più lussuosa compiuta dalla Die Schachtel è però rappresentata da due LP multipli in tiratura limitata, con copie numerate e firmate dagli artisti. I lavori della Kubisch e della Sacchi hanno ricevuto quest'attenzione particolare della doppia stampa: il primo tutto in materiale trasparente, con allegato un pezzetto del filo utilizzato per l'installazione, e il secondo racchiuso in un cofanetto di legno. Il prezzo, naturalmente, lievita, ma potrebbe valerne la pena.
La più recente pubblicazione dell’etichetta, già disponibile, è concentrata su alcune registrazioni di Domenico Guaccero, uno degli iniziatori di Nuova Consonanza e fondatore di Musica Ex Machina, che sono state divise fra un LP (“Rot”) e un doppio cd (“Da Cantare”). In preparazione è invece “Parete 1967” di Marino Zuccheri, un altro sperimentatore elettronico che ha precorso i tempi.

Stucchi e Carboni hanno avviato, accanto alla produzione discografica, anche una serie di iniziative che rappresentano qualcosa di più rispetto alla semplice promozione delle loro pubblicazioni, iniziando a mettere in pratica un progetto ancor più impegnativo (vedi intervista a fondo pagina) e indirizzandosi, per il momento, verso una vera e propria attività da galleria d’arte. A Marzo del 2004, in collaborazione con la galleria e/static di Torino, Christina Kubisch è stata invitata per una presentazione ‘revue et corrigé’ dell’installazione “On Air” mentre fra pochi giorni (fine Gennaio 2005) inizierà a Milano, nello spazio espositivo aperto dall’etichetta (Via Monte Bianco, 48 20149 Milano tel - 02 463707), la mostra “Arpa Aeolia” di Franca Sacchi, che viene così presentata:
Arpa Aeolia è il titolo di un brano musicale fondato sulle sonorità del pianoforte, trattato come una possente e risonante arpa. La manipolazione delle corde e il successivo trattamento elettronico liberano una sonorità potente e infinita, che diventa traccia della fisicità immanente dell'esecuzione e del corpo che la opera. Sette corde d'acciaio sospese da soffitto a pavimento, ancorate ad una trave dipinta d'oro diventano ricordo e richiamo di un metafisico strumento, un ponte di corde sospeso tra suono e spazio infinito.

(Se volete saperne di più sui dischi pubblicati dall'etichetta: Enore Zaffiri, Franca Sacchi e Luciano Cilio li trovate nel nostro spazio recensioni (recenti o archiviate) e Christina Kubisch fra i nostri articoli, mentre per Pietro Grossi non dovete far altro che andare su kathodik)










(intervista a Fabio Carboni)

Innanzi tutto direi di fare una presentazione: chi siete e di cosa vi occupate al di fuori dell'etichetta (dal momento che questa, almeno per il momento, non credo possa essere intesa come un lavoro o, in ogni caso, non come l’unico)?
Siamo essenzialmente due appassionati di musica sperimentale ed elettronica, oltre ad essere due ostinati collezionisti di dischi in vinile che nel corso degli anni hanno radunato un apprezzabile quantità di incisioni dimenticate, ma di straordinario valore espressivo e culturale. La vita reale e professionale riserva invece altre sorprese: per quanto mi riguarda, credo di poterlo affermare con sufficiente approssimazione nei prossimi giorni, in compenso ho svolto un discreta varietà di compiti e lavori nel passato. Bruno Stucchi è invece, saldamente, un visual designer. Ma la domanda, con involontaria e cupa freddezza, indulge verso una realtà ineludibile (come si campa pubblicando questa roba?).

Come è nata l'idea della Die Schachtel?
Chiesi a Bruno se era interessato all’iniziativa editoriale in questione, era un proposito che coltivavo da diverso tempo ed al quale tenevo davvero; il 6 Novembre del 2002 gli mandai questa e-mail:
…ti volevo poi proporre di collaborare in maniera più ampia ad un progetto che ho in piedi da tempo, mi piacerebbe ristampare dischi di autori dimenticati o poco noti [in ogni caso, materiale d'archivio anni 60/70], in edizioni molto accurate e rifinite, (veri e propri dischi d'artista), per dar vita ad un operazione culturale simile a quella che mise in atto la Multhipla nei 70/80 (seguendo le orme del tuo teacher Gianni Sassi, anch'egli pubblicitario): non fu solo un etichetta discografica, ma anche casa editrice (pubblicava libri, cataloghi di mostre, pamphlet culturali, ecc.) e galleria d'arte. In ambito editoriale/cartaceo si può ovviamente spaziare in molti ambiti (a me personalmente interessano i libri d'artista, libri di filosofia e di favole) mentre per la galleria si potrà vedere in seguito…
La risposta di Bruno fu entusiasta, fui fortunato.

Eravate già stati coinvolti, direttamente o indirettamente, in esperienze simili?
No, siamo due genuini ‘newbies’…

Molte etichette tendono a confezionare i dischi in modo economico, nel caso dei CD il jewel case o la conchiglia costano pochissimo, anche perchè le basse vendite non permettono alla fine un rientro delle spese sostenute. Voi, come già si capisce dalla e-mail con cui hai contattato Bruno, vi siete mossi in maniera opposta. Qual’è il calcolo, non intendo dire di tipo economico, che c'è dietro a questa scelta?
Come suggerisci, non si tratta di avvalersi di una strategia, ma ha a più che fare con il tentativo di lavorare con le idee: è essenziale che, sebbene si tratti di emissioni discografiche (che come tali offrono una gamma di soluzioni editoriali limitate) si possa giungere ad investigare nuove nozioni di allestimento, produzione e originalità , all’interno di un percorso filologicamente coerente e compiuto per ogni artista trattato. E` il tentativo di alterare il sistema di distribuzione di un'idea attraverso la pratica artistica, e renderla disponibile senza sovrapporsi ad essa - è un peccato che tanta straordinaria musica sia di fatto inaccessibile, ignorata o al più congelata in archivi di istituzioni ingessate nel loro passato ...lasciare liberi i suoni, lasciarli vivere per quello che sono nella loro relazione con la vita, questo sì - permettere ai suoni di essere ancora delle sorprese, e dunque sovvertire quel sistema di distribuzione delle idee di cui parlavamo...

Bruno, se ho ben capito, ha una ‘propria attività ’ nel settore della grafica… Il design per l’etichetta è curato da lui personalmente?
Sì, assolutamente.

Come avviene la scelta del materiale da pubblicare? E la ricerca dello stesso? In base a quali parametri decidete cosa pubblicare in vinile e cosa pubblicare in CD?
La scelta non avviene in base a criteri predefiniti, sia per ciò che riguarda i supporti che la selezione del materiale, sebbene tenga fede al proposito di contribuire alla diffusione dell’opera dell’artista trattato e, in senso più generale, di completare la mappa dell’avanguardia musicale (particolarmente italiana) della seconda metà del Novecento. La nostra iniziativa editoriale e il nostro obiettivo è proprio quello di un riconoscimento e diffusione dell'opera dei pionieri italiani, un riconoscimento tardivo al contributo dato da questi artisti allo sviluppo della musica elettronica e sperimentale in Italia (lontano da ogni proposito di azione redditizia, che mal si legherebbe a simili proposte editoriali, l'audience è circoscritta a poche centinaia di sparuti uditori sparsi per il mondo). Campo di interesse e investigazione culturale di Die Schachtel è la scena della sperimentazione sonora e della musica elettronica italiana e internazionale del periodo 1960 –1990. Viene dato particolare risalto agli artisti che, nonostante l’indiscussa notorietà e spessore artistico abbiano pubblicato poco materiale, a causa della scarsità di finanziamenti e per la generale indifferenza delle grandi case discografiche nei confronti di esperienze e nomi ritenuti poco ‘commerciali’.

Fino ad ora avete pubblicato esclusivamente materiale italiano - anche il CD della Kubisch può essere considerato tale, dato che all'epoca dell'installazione di Gargonza lei viveva in Italia; intendete proseguire su tale linea o, in futuro, pensate di aprirvi anche alla produzione di materiale non italiano?
Sì, sebbene non si tratti di una cosa imminente.

…e pensate di rimanere legati alla ristampa di materiale d'archivio, o avete in progetto anche la pubblicazione di cose nuove?
Sì, a partire dal prossimo anno abbiamo in mente di inaugurare una collana strettamente legata alle produzioni ‘nuovissime’…

Veniamo ad uno dei punti più problematici per una piccola etichetta indipendente: la distribuzione. Come funziona? Trovate delle difficoltà ? Avete delle proposte concrete indirizzate a risolvere eventuali lacune del settore?
Boh, si sarebbe tentatati di dire che per le etichette indipendenti, la distribuzione online (mailorder) e in generale le nuove forme di comunicazione offrano buone opportunità per far conoscere e diffondere repertori che non raccolgono il favore del grande pubblico; o per converso, lamentare l'ostracismo verso tali produzioni da parte della grande distribuzione... ma forse il vero problema è nel numero ridicolo di persone interessate a simili proposte, non ha molto a che fare con la musica ma ha un sacco a che fare con la sociologia…

Ma non pensi che la distribuzione via mailorder possa rappresentare un ostacolo alla crescita e al raggiungimento del pubblico. In negozio uno può andare e ascoltarsi un po’ di cose prima dell’acquisto mentre la distribuzione online non permette questa possibilità . Permetti che con i costi, che non sono poi così bassi, l’acquirente ci pensa due volte prima di comprare al buio. Poi devi anche tener conto della grande quantità di materiale che esce, ti posso assicurare che è davvero tanto, e del grande numero di etichette indipendenti che ci sono in giro, quindi diventa davvero difficile poter seguire tutto. Magari se vai a vedere il totale di vendite a livello di produzione indipendente scopri che è aumentata, però la singola etichetta vende meno di quanto vendeva un’etichetta indipendente negli anni Settanta od Ottanta. Riguardo al favore del grande pubblico il discorso è ancora più complesso, ed entrano in gioco meccanismi come il martellamento pubblicitario quotidiano che non orienta certo verso il mercato indipendente oppure il fatto che la grande maggioranza delle persone è rappresentata da coloro che hanno minore disponibilità economica e quindi ancor più difficoltà a informarsi e a seguire una passione così dispendiosa. Poi c’è la concorrenza della letteratura, del cinema… qualcuno mi ha scritto che ha smesso di comprare dischi e preferisce seguire la musica attraverso i concerti. Vorrei però cercare di ragionare in positivo e, al termine di quella che è una risposta più che una domanda, ti chiedo: non credi che per stimolare le vendite potrebbe essere utile adottare un escamotage che alcune etichette, distributori e web-zine già adottano: rendere disponibili per l’ascolto, nei rispettivi siti, dei brani o dei frammenti di quel dato disco, in modo che ognuno possa consapevolmente scegliere dove investire quel tot del bilancio personale che viene dedicato alla musica?
Certo, e come osservi, è una pratica consueta: ma il problema credo stia piuttosto nella modesta dimensione dell’uditorio, peraltro costituito in larga parte da persone attive in ambito musicale (musicisti, produttori ecc.); una piccola, fragile comunità per la quale intravedo un destino amaro. Per alcuni versi, è come se la musica sperimentale non esistesse e non avesse pubblico, nonostante la sterminata e inarrestabile produzione di questi anni… forse andiamo incontro ad una specie di recrudescenza senile: gli unici che continueranno ad acquistare saranno anziani (cresciuti con il piacere e il desiderio di ‘possedere’ l'oggetto-disco, piacere e desiderio che le nuove generazioni spesso nemmeno sanno cosa sia ) che non hanno la capacità , il tempo o la voglia o di scaricare files e masterizzarsi un CD per risparmiare l'esborso necessario all'acquisto del disco originale.

A proposito dell’oggetto fisico da possedere, ricordo che voi avete prodotto anche delle edizioni de luxe numerate e firmate dall’artista, autentiche opere d’arte che travalicano il contenuto musicale di quell’oggetto. Com’è stata l’accoglienza da parte del pubblico e avete intenzione di riproporre queste ‘opere’ anche in futuro?
Cauta, ma per molti versi sorprendente, se si tiene conto del prezzo non proprio delicato – pensa, abbiamo addirittura esaurito il multiplo della Kubisch e ci apprestiamo a fare lo stesso con la Sacchi.

Poi ritorno sul tema della diffusione via internet, ma prima volevo chiederti se i vostri dischi vendono più in Italia od all’estero?
All’estero, in maniera pressochè assoluta (sob).

Beh, il fatto che dischi di musicisti italiani pubblicati da un’etichetta italiana vendano più all’estero mi sembra una cosa veramente preoccupante… La Repubblica di qualche giorno fa, a proposito della diffusione via internet, riportava la notizia che il nuovo album degli U2 arriverà al pubblico dentro un iPod. Alla fine dell’articolo il commentatore sosteneva che si tratta di un'operazione che non ha precedenti e segna la prima tappa verso il tramonto definitivo del supporto discografico.
Tu pensi che la diffusione su supporto discografico, relativamente alla grande distribuzione, sia davvero alla frutta?

Sì, assolutamente. Anche se il comunicato stampa è puro hype, davvero sull’aggiornato: appena qualcuno riesce ad avere un contratto nuovo e qualcosa esce sui giornali, la tendenza si moltiplica e sembra proprio quello che le compagnie stanno comprando; escono articoli che parlano della tendenza, che viene messa rapidamente in circolazione e così tutte le persone a posto possono scoprire di che cosa si tratta. Sia che gli piaccia o no, comprano. Lifestyle.

Una piccola etichetta come la vostra potrebbe esserne avvantaggiata o ulteriormente penalizzata dal tracollo della grande distribuzione?
Mah, davvero non saprei. Davvero.

Qual è il titolo che ha ricevuto una migliore accoglienza, a livello di vendite, e sarei anche curioso di sapere se avete notato una discrepanza, sempre a livello di vendite, fra i titoli pubblicati in vinile e quelli pubblicati in compact?
Luciano Cilio: senza la benchè minima promozione, abbiamo esaurito la tiratura in meno di tre mesi, pur avendolo stampato a fine luglio. Di contro, i dischi in vinile si vendono pochissimo, molto lentamente ed oltretutto hanno dei costi di realizzazione proibitivi

Cosa ci riservate per l’immediato futuro… si tratta di un segreto o puoi già darci qualche anticipazione?
Certo: a giorni apriremo una piccola galleria d’arte a Milano (in via Monte Bianco 48), mentre sul fronte delle uscite, è pronta una doppia emissione dedicata a Domenico Guaccero, e nell’immediato futuro un box con le prime straordinarie incisioni del Gruppo d’Improvvisazione Nuova Consonanza.

In conclusione un’eventuale idea romantica sulle soddisfazioni ottenibili dalla gestione di un’etichetta come la vostra è pura fantasia? In realtà c’è molto lavoro e poco riscontro, almeno sotto l’aspetto concreto, rimane soltanto la gratificazione per aver soddisfatto una grande passione…
Dici bene, un eventuale idea romantica per fronteggiare una tetra consuetudine, fatta di ritardi nei pagamenti, bollette, stampatori da pagare… Però, siamo soddisfatti della direzione avviata e confortati dal crescente interesse verso questa temeraria intrapresa.

Due ultime curiosità … la prima riguarda la prefazione di Jim O’Rourke al disco di Cilio, com’è venuta fuori?
Ho conosciuto Jim O’Rourke a seguito della mia divorante ossessione per i dischi, un tratto condiviso: lui ha una robusta collezione di vinili d’ogni genere e provenienza, abbiamo più volte fatto scambi…Da allora siamo in contatto, e nel caso di Cilio, non ho fatto altro che spedirgli una copia su CD sperando fosse disposto a scrivere qualche nota.

Qualche mese fa ho scritto un articolo su Christina Kubisch basandomi unicamente sull’ascolto dei suoi dischi. Tu che hai conosciuto direttamente questa musicista, a suo modo molto schiva, potresti tratteggiarne qualche caratteristica?
Una persona davvero speciale, sempre disponibile e gentile; oltretutto, è ancora una bella donna… Ma proprio bella!



ANGOLI MUSICALI 2016  
  Torna al Menù Principale
 Archivio dell'anno 2006 ...

OvO  

Amplify 2004: Addition  

christina kubisch  

Pop dell`Arte  

From Hands / Sedia / Polvere  

nefelheim (intervista)  

susie ibarra  

textile records  

Settimana Stockhausen  

klaxon gueule  

red crayola  

die schachtel  

2004  

afk  

sinistri  

netmage 05  

sintesi 2005  

caroliner rainbow (servizio fotografico)  

Dr Jim`s Records  

grain of sound  

Interferenze 2005 (reportage)